La lotta all’inflazione potrebbe portare altri rialzi del costo del denaro ma i livelli massimi sembrano essere vicini. Intervista a James Donald, managing director, head of Em Lazard Am

Credete che le aspettative di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse globali?

Sebbene le previsioni di crescita economica a livello globale siano diminuite a causa degli effetti della pandemia, della guerra tra Russia e Ucraina e dell’inasprimento delle condizioni finanziarie per combattere l’inflazione, gli EM continuano a essere scambiati con un valore di crescita economica superiore a quello del dollaro. Ci aspettiamo ragionevolmente una crescita economica più elevata in futuro. A meno che non si verifichi una grave recessione globale, è probabile che ci troviamo in un periodo di graduale ripresa economica, favorita da una combinazione di spese per le infrastrutture, in particolare quelle energetiche in Europa, e dall’aumento delle spese in conto capitale dei Paesi sviluppati.

La Banca centrale del Brasile e la Banca nazionale ceca sono state le prime grandi banche centrali dei Paesi emergenti ad aver iniziato il rialzo dei tassi già dallo scorso anno, portando i banchieri centrali di Indonesia, Sudafrica, Filippine, Messico, Corea e dei Paesi sviluppati a inasprire la politica monetaria e fiscale. Sebbene, nel prossimo futuro, è sempre più probabile un rialzo dei tassi per combattere l’inflazione, quest’ultima potrebbe raggiungere un picco. In effetti, sia la Banca centrale del Brasile che la Banca nazionale ceca hanno lasciato intendere che i loro tassi hanno raggiunto il picco, il che potrebbe essere una notizia gradita per gli investitori dei mercati emergenti, dato che le altre banche centrali dei paesi emergenti potrebbero non essere lontane.

 

Quali paesi o aree emergenti potrebbero uscire rafforzate in caso di attenuazione o risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso?

Tre Paesi che potrebbero essere aiutati dall’allentamento o dalla risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso in Cina, Taiwan ed Egitto.

In seguito alla visita della Presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan, la Cina ha effettuato una serie di esercitazioni militari senza precedenti nei pressi di Taiwan. Sebbene le esercitazioni siano per ora cessate, potremmo aspettarci un aumento delle tensioni tra le due sponde dello Stretto e un’ulteriore tensione nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina. Le dimostrazioni di sostegno a Taiwan da parte degli Stati stranieri porteranno probabilmente a risposte militari più forti rispetto al passato. Pechino potrebbe anche perseguire l’interferenza politica a Taiwan, boicottare le esportazioni e le importazioni taiwanesi sostituibili e sanzionare i politici taiwanesi e stranieri.

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina hanno influenzato, in maniera diversa, le prospettive di progresso su questioni bilaterali chiave come l’alleggerimento delle tariffe sulle esportazioni cinesi, la mitigazione del cambiamento climatico, la cancellazione forzata di titoli cinesi, la concorrenza tecnologica nella produzione di chip avanzati e la facilità generale di fare affari in Cina.

In quanto produttore significativo di mais, grano e altri prodotti agricoli e di base, l’Ucraina è un fornitore di risorse globali chiave per molte economie EM. I Paesi che dipendono maggiormente dal grano ucraino sono per lo più Paesi poveri che sono stati duramente colpiti dall’aumento dei prezzi.

L’Egitto è l’esempio di Paese per il quale il conflitto rappresenta un rischio significativo. La Russia e l’Ucraina rappresentano l’80%-90% delle importazioni di grano in Egitto, ovvero circa la metà del consumo totale del Paese. Il Paese importa anche notevoli quantità di petrolio dalla Russia. Essendo un importatore netto di materie prime, le finanze egiziane sono state messe sotto pressione dai prezzi dei prodotti alimentari e del petrolio, che hanno raggiunto nuovi livelli. Con gli attuali prezzi del petrolio al di sopra del livello medio e che si prevede rimarranno alti, i leader egiziani avranno una flessibilità limitata per coprire i costi dei circa 120 milioni di barili di petrolio acquistati ogni anno.


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.