Lo scorso 25 gennaio si è tenuta la presentazione del Cyclical Outlook di Pimco per il 2024, alla presenza di Adriano Nelli, executive vice president e head of global wealth management di Pimco Italia e Nicola Mai, sovereign credit analyst di Pimco

Nonostante il consenso generale del mercato per un soft landing nell’economia dell’anno in corso, Pimco assume un atteggiamento più prudente, non sottostimando il rischio di una recessione, per quanto non prevista acuta. In tale contesto, l’asset manager ritiene che vi siano le migliori opportunità nel mercato obbligazionario degli ultimi decenni, ma è indispensabile un approccio attivo verso l’asset class.
Picco dei tassi
Pimco sostiene che, a questo punto del ciclo, i tassi d’interesse abbiano raggiunto il picco e, per tale ragione, diventa importante focalizzarsi sulla loro discesa e come posizionare di conseguenza i portafogli.
Le ragioni di questa considerazione trovano spiegazione in quattro considerazioni di fondo. La prima è che l’inflazione è salita molto e ci sono segnali di aumento della disoccupazione. La seconda riguarda quanto il mercato stia già prezzando in termini di calo dei tassi: circa 130 punti base di tagli da parte, sia della Fed, sia della Bce.
Ovviamente, e questa è la terza motivazione, è possibile che la recessione sia evitata, ma ciò accade molto raramente dopo un aumento corposo dei tassi d’interesse ed è possibile che il rallentamento sia più marcato rispetto all’atteso atterraggio morbido. Infine, si sta assistendo a delle divergenze nelle politiche monetarie dei diversi paesi, che generano differenti dinamiche finanziarie.
Pimco pensa che si passerà dalla resilienza alla stagnazione dell’economia globale, venendo meno l’effetto degli stimoli fiscali e più sentito l’impatto dell’aumento del costo del denaro. L’economia europea sarà più debole di quella americana e, in entrambe le aree geografiche, il livello di risparmio accumulato durante la pandemia si è già o esaurito (in Europa) o si sta esaurendo (negli Usa). Inoltre, il Vecchio continente risente maggiormente dell’aumento dei tassi viste le scadenze medie del debito pubblico più brevi rispetto a quelle Us.
Inflazione verso il target
L’inflazione è vista dirigersi verso l’obiettivo delle istituzioni centrali entro la fine dell’anno. Per raggiungere il 2%, la casa ritiene che sia necessaria ulteriore debolezza dell’attività economica che, al momento, non si è ancora manifestata.

Tuttavia, si cominciano a intravedere segnali di debolezza del mercato del lavoro e la storia insegna che, quando aumenta la disoccupazione, le banche centrali tagliano i tassi.
I tempi dell’allentamento della politica monetaria saranno però caratterizzati dalla prudenza, perché si è dinnanzi a un tasso d’inflazione che è il più alto degli ultimi 50 anni, la crescita salariale è stata elevata, il mercato del lavoro forte e il fantasma di Arthur Burns, (ex presidente della Fed dal 1970 al 1978) aleggia sui comitati delle banche centrali, ossia il rischio di decidere prematuramente un taglio dei tassi. Sul più lungo termine, Pimco continua ad aspettarsi che il tasso ufficiale neutrale scenda a livelli analoghi o leggermente superiori a quelli osservati prima della pandemia.
Implicazioni per gli investimenti
L’asset class obbligazionaria risulta, per Pimco, più attrattiva di quella azionaria, tenendo conto anche dei diversi contesti economici che si possono presentare. Le valutazioni appetibili e i rendimenti obbligazionari tuttora prossimi ai massimi da 15 anni, offrono sia reddito interessante, sia potenziale cuscinetto in caso di ribassi.
La preferenza è per le obbligazioni governative globali delle economie sviluppate, in particolare negli Usa, ma anche in paesi come il Canada, il Regno Unito, l’Australia ed Eurozona. Nei mercati emergenti, ci sono opportunità da cogliere, ma in modo molto selettivo (ad esempio Messico e Brasile). Inoltre, l’asset manager sottolinea che, nell’eventualità che vi sia una recrudescenza dell’inflazione, le obbligazioni del Tesoro indicizzate all’inflazione (Tips) sono una fonte di protezione per i portafogli.
In merito all’asset class del credito, sono privilegiati gli Mbs agency statunitensi come titoli a spread di alta qualità e liquidi. É stato espresso apprezzamento anche per emissioni sempre di alta qualità non-agency, sulla base delle valutazioni attuali e delle caratteristiche di questi titoli assistiti da collaterale e a rischio remoto di insolvenza. Il quadro è invece più sfumato per il credito sui mercati privati poiché, per quanto ci possano essere opportunità, in un contesto di condizioni più stringenti per chi ha esigenza di rifinanziare prestiti, occorre cautela.
Pinuccia Parini
Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav

