Bond Bulletin settimanale a cura del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management

 

Alla luce del miglioramento dei dati fondamentali dei Mercati Emergenti, riesaminiamo le prospettive del debito emergente in valuta locale nell’ultima parte del 2023.

Fondamentali

Sebbene l’inflazione sia stata al centro dell’attenzione negli ultimi due anni, i dati più recenti indicano che la tendenza disinflazionistica registrata negli ultimi mesi in tutti i Mercati Emergenti (ME) è destinata a proseguire.

A giugno, l’indice generale dei prezzi al consumo (IPC) dei Mercati Emergenti, ad esclusione di Cina e Turchia, ha segnato il 7,3%, in discesa rispetto al picco del 10,1% di settembre 2022. Ancora più importante, la direzione di marcia dell’inflazione sia complessiva che strutturale – misurata dai rispettivi tassi di esecuzione semestrali – indica che la tendenza calante prosegue.

Nonostante i livelli assoluti di inflazione differiscano tra una regione e l’altra (il massimo si registra nei Paesi dell’Europa orientale), l’IPC segue ovunque un analogo andamento decrescente. I recenti dati sul carovita che, in tutte le regioni hanno sorpreso al ribasso rispetto alle stime di consenso, indicano che l’inflazione rallenta.

Inoltre, nonostante si preveda un rallentamento della crescita, dovuto all’indebolimento dei fondamentali su scala globale, al maggiore costo del denaro e al potenziale di rialzo limitato della Cina, le economie emergenti mostrano nel complesso una tenuta migliore rispetto ai cicli precedenti. Alla luce di questi fattori fondamentali, siamo convinti che alcune Banche Centrali dei Mercati Emergenti cominceranno a ridurre i tassi nella seconda metà del 2023. Mentre altre aspetteranno di vedere concretamente un rallentamento della crescita e una frenata dell’inflazione strutturale prima di dare il via a politiche di espansione monetaria.

Valutazioni quantitative

Inoltre, la dispersione dei fondamentali e le componenti idiosincratiche aggiuntive trovano riscontro nelle attuali valutazioni, sia in termini di livelli assoluti, sia rispetto alle medie storiche.

Nell’ultimo trimestre, gli spread tra i rendimenti nominali dei tassi locali e i Treasury statunitensi si sono notevolmente contratti e il mercato ha cominciato a scontare interventi di allentamento monetario nei Mercati Emergenti, anche se questi spread sono ancora positivi.

I rendimenti reali corretti per l’inflazione sono molto diversi tra una regione e l’altra e crediamo che in alcuni mercati come Sudafrica e Brasile – dove i rendimenti reali decennali sono rispettivamente al 6,2% e al 7,6% – il debito emergente in valuta locale sia particolarmente interessante.

Fattori tecnici

Il quadro tecnico per i Mercati Emergenti e, in particolare, per il debito emergente in valuta locale, continua a essere positivo. I fondi obbligazionari retail dei Mercati Emergenti registrano ancora deflussi nonostante quest’anno i titoli a reddito fisso della regione abbiano fruttato bene.

I flussi sono stati positivi a inizio anno, ma successivamente sono tornati in territorio negativo. Il risultato è che da gennaio 2023 i fondi, ad esclusione degli ETF, hanno registrato deflussi netti pari a USD 8,9 miliardi, mentre per gli ETF sono state registrate sottoscrizioni per USD 1,3 miliardi da inizio anno (dati aggiornati al 13 luglio 2023). Si prevede che l’offerta continui a essere limitata in quanto la volatilità si mantiene elevata.

Riteniamo che i flussi possano recuperare verso fine anno. Al momento, però, gli investitori continuano ad assumere un atteggiamento attendista, in cerca di un possibile punto di ingresso. Rileviamo un aumento dei flussi verso i fondi obbligazionari dei Mercati Emergenti (USD 350 milioni nella settimana terminata il 21 luglio, il massimo afflusso settimanale dallo scorso febbraio), tendenza che, se perdurasse, dovrebbe favorire la sovraperformance dei titoli emergenti in valuta locale.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

L’imminente ciclo di allentamento monetario gioca a favore della duration e siamo convinti che il debito emergente debba avere il posto che gli spetta in un portafoglio globale. Pur consapevoli della dispersione tra regioni e del perdurare di difficoltà specifiche, privilegiamo tuttora le obbligazioni emergenti in valuta locale, sottolineando l’importanza di un rigoroso processo di selezione.


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Redazione

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