I commenti dei Chief Investment Officer di AXA IM sui mercati Usa ed Europa 

Obbligazioni europee: Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europe AXA IM 

Alessandro Tentori

Attualmente vi è un divario piuttosto ampio tra percezione e realtà. Stando alla ricerca sugli investimenti, dovremmo trovarci nel bel mezzo di una turbolenza di mercato.

Sebbene questo possa essere vero per alcune asset class specifiche, i mercati obbligazionari europei raccontano una storia diversa, almeno a giudicare dalla loro performance.

Da inizio anno, i rendimenti dei titoli obbligazionari europei governativi, societari e high yield sono tutti leggermente positivi, in un intervallo compreso tra lo 0,3% e l’1,0%.

Nonostante i tre tagli dei tassi d’interesse effettuati finora dalla Banca centrale europea nel 2025 e un ulteriore taglio di 65 punti base previsto entro la fine dell’anno, lo shock fiscale provocato dalla Germania a marzo sui mercati obbligazionari europei ha in qualche modo attenuato la performance complessiva dei titoli a reddito fisso.

In prospettiva, gli investitori potrebbero prendere in considerazione il possibile aumento dell’emissione di titoli di Stato, unito al miglioramento delle valutazioni, in particolare nel settore del credito. Ad esempio, gli spread HY europei hanno ceduto quasi il 50% dell’ampliamento registrato tra l’inizio di marzo e l’inizio di aprile, sebbene siano ancora negoziati al di sopra della media del 2024.

Stati Uniti: Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core 

Vista la recente performance dei titoli azionari statunitensi, gli investitori valuteranno le condizioni necessarie per rientrare nel mercato. Le prospettive politiche saranno il primo elemento in esame.

Chris Iggo

La decisione del presidente Donald Trump di rinviare molti dei dazi annunciati lascia pensare che vi sia una sorta di “opzione put politica”, innescata da movimenti negativi del mercato.

Eventuali accordi bilaterali eviterebbero il peggio di una guerra commerciale e avrebbero un impatto positivo sul sentiment degli investitori. Altrettanto importante sarà la riduzione della pressione esercitata sulla Federal Reserve, che è prossima a raggiungere i suoi obiettivi di bassa disoccupazione e prezzi stabili; gli investitori vorranno accertarsi che la banca centrale sia in grado di svolgere il proprio mandato senza interferenze.

Tuttavia, le valutazioni potrebbero doversi adeguare, dato che il premio per il rischio azionario statunitense rimane molto più basso rispetto ad altri mercati.

Infine, gli investitori dovrebbero trarre incoraggiamento dalla storia, che mostra come a correzioni iniziali del 10% o più siano seguiti, nella maggior parte dei casi, rendimenti positivi su base annua. Gli Stati Uniti non sono ancora a buon mercato. Ma su periodi di detenzione sufficientemente lunghi gli investitori dovrebbero registrare performance positive.


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