A cura di Georg Elsaesser, senior portfolio manager, Quantitative Strategies di Invesco

 

La straordinaria performance dei titoli tecnologici a grande capitalizzazione ha avuto un impatto significativo sui rendimenti dei vari fattori, creando opportunità e sfide per gli investitori strategici.

I risultati emergono dalla nona edizione dell’Invesco Global Systematic Investing Study, basato sulle opinioni di 131 investitori istituzionali e wholesale che gestiscono in totale 22,3 trilioni di dollari.

Lo studio rivela una crescente sofisticazione nell’uso delle strategie sistematiche da parte degli investitori, che si adattano a dinamiche di mercato complesse e in rapida evoluzione.

Il successo dei titoli tecnologici richiede un ripensamento degli investimenti sistematici

Invesco ha riscontrato che i fattori in linea con il successo delle grandi aziende tecnologiche, come Momentum, Growth e Quality, hanno registrato performance eccezionali nell’ultimo anno, mentre Value ha sottoperformato.

Ora il rischio di concentrazione ha determinato un’inversione di tendenza, con oltre la metà (52%) degli investitori che ha aumentato le proprie allocazioni al Value negli ultimi 12 mesi, alla ricerca di una potenziale copertura.
Georg Elsaesser

“L’eccezionale recente performance dei titoli tecnologici a grande capitalizzazione ha indotto gli investitori a ripensare le strategie basate sui fattori, osservando le sfide legate alla concentrazione, alla rotazione dei fattori, alla gestione dei rischio e al bilanciamento delle esposizioni”, ha dichiarato Georg Elsaesser, senior portfolio manager, Quantitative Strategies di Invesco.

“Queste sfide hanno dimostrato la necessità essenziale della gestione del rischio. C’è un’enorme differenza tra l’osservazione del momentum in alcuni titoli di grandi dimensioni e l’idea di raccogliere un premio per il fattore momentum.

L’adattabilità ha permesso agli investitori sistematici di ottenere buoni risultati in questo contesto. Negli ultimi 12 mesi, il 46% degli investitori sistematici ha registrato una sovraperformance rispetto agli approcci attivi tradizionali e alle strategie ponderate per il mercato, a fronte di una sottoperformance di appena l’8% e il 6% rispettivamente.

L’esigenza di adattabilità spinge a una maggiore sofisticazione

La necessità di reagire rapidamente ha portato a una maggiore diffusione di tecniche che consentono ai portafogli di adattarsi immediatamente ai cambiamenti improvvisi del contesto macro.

Quattro quinti (80%) degli intervistati hanno citato le strategie di factor tilting come molto valide. Mentre il 67% ha sottolineato l’importanza dei modelli di rotazione delle asset class e dei settori.

La motivazione principale dell’allocazione proattiva dei fattori, citata da quattro quinti (82%) degli investitori, è il desiderio di adattarsi ai cicli economici. Ciò si riflette anche nel ribilanciamento delle posizioni dei fattori, con la quasi totalità (91%) degli investitori che ora adegua queste posizioni nel tempo, con un aumento rispetto ai tre quarti (75%) del 2023.

“Negli ultimi anni abbiamo osservato un approccio più ambizioso ai fattori, che riflette la crescente sofisticazione degli investitori nel tradurre le caratteristiche dei fattori ciclici in portafogli di fattori diversificati”, ha aggiunto Elsaesser. “Stiamo assistendo a una maggiore agilità nelle allocazioni dei fattori nel tempo, con una visione strategica di lungo periodo. Gli investitori sono generalmente lontani dalle allocazioni tattiche a breve termine”.

Con la crescente evoluzione dei mercati, anche gli orizzonti temporali degli investitori si stanno riducendo. Mentre il 40% degli investitori valuta ancora la performance su un orizzonte temporale standard di 3-5 anni, un terzo (32%) utilizza ora un orizzonte da 2 a 3 anni, rispetto a meno di un quarto (23%) nel 2023.

La crescita di asset class alternative nei portafogli sistematici

Invesco ha riscontrato una chiara tendenza alla diversificazione dei portafogli degli investitori sistematici, compreso un aumento significativo dell’uso di strategie di asset class alternative. Lo studio rivela che il 40% degli investitori applica ora un approccio sistematico al settore immobiliare (rispetto al 31% nel 2023), il 36% alle materie prime (rispetto al 26% nel 2023) e il 34% sia al private equity che alle infrastrutture (rispetto al 32% e al 28% nel 2023).

Questa diversificazione consente agli investitori di costruire modelli di allocazione multi-asset più olistici e integrati. Un investitore istituzionale europeo ha osservato: “Il nostro approccio sistematico ora abbraccia sia gli asset liquidi sia quelli illiquidi. In tal modo possiamo gestire meglio il rischio complessivo del portafoglio e cogliere opportunità cross-asset che prima potevano sfuggirci”.

Tuttavia, l’applicazione di strategie sistematiche ad attività meno liquide può creare delle sfide, soprattutto se si considera che i vincoli di liquidità sono al primo e al quarto posto tra le considerazioni più importanti per gli investitori istituzionali e wholesale, rispettivamente, nella costruzione di portafogli multi-asset.

Gli investitori sistematici stanno affrontando questo problema utilizzando strumenti come le proxy liquide o i derivati, che consentono di adeguare l’esposizione complessiva alle asset class meno liquide, come il real estate, mantenendo la capacità di ribilanciare rapidamente.

“Abbiamo strumenti sistematici per diverse classi di attivi, ma la sfida sta nell’attuabilità quando vengono identificati i rischi”, ha spiegato un investitore istituzionale nordamericano. “Stiamo sviluppando processi per le esposizioni illiquide affinché abbiano soglie di performance e strategie di uscita simili a quelle degli attivi liquidi.”

Continua la rivoluzione dei dati

Alla base della crescita di portafogli sistematici sempre più diversificati e sofisticati c’è una rivoluzione dei dati che sta trasformando il modo in cui gli investitori prendono le decisioni di allocazione. Tutto ciò è reso possibile dalla disponibilità di fonti di dati sempre più diversificate per fornire informazioni sulle allocazioni di portafoglio.

Mentre i dati macroeconomici (97%), i fondamentali aziendali (81%) e gli indicatori di analisi tecnica (76%) sono i più frequentemente utilizzati, l’integrazione di fonti di dati alternativi sta guadagnando slancio, con un quarto (23%) dei rispondenti che include dati alternativi, come immagini satellitari, dati di spedizione e informazioni meteorologiche, nei propri modelli.

L’IA continua a essere utilizzata in sempre più fasi del processo d’investimento. Rispetto ad altri stili di investimento, le strategie sistematiche/fattoriali sono considerate quelle che hanno maggiori probabilità di beneficiare dell’IA.

L’IA si sta rapidamente evolvendo da strumento periferico a pietra angolare delle moderne strategie di investimento. E, la sua capacità di analizzare enormi volumi di dati per individuare modelli, identificare tendenze e fornire rapidi approfondimenti la rende ben adatta agli investimenti sistematici”, ha dichiarato Elsaesser.

Tuttavia, permangono sfide quali la qualità dei dati, la sicurezza e la trasparenza, nonché la ricerca di un vero potenziale di alfa sostenibile nell’ambito dei miglioramenti dei processi basati sull’IA”.


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Redazione

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