Raphael Gallardo, chief economist di Carmignac, ha illustrato i motivi di ottimismo legati alla ripresa del settore manifatturiero in alcuni paesi forti
La presentazione del’outlook per la seconda metà del 2024 da parte di Carmignac è stata l’occasione per fare il punto su una situazione complessiva che, tutto sommato, presenta motivi di ottimismo in un quadro, però, in continua trasformazione.
Il chief economist del gruppo, Raphael Gallardo, ha infatti mostrato che vi è attualmente in corso una ripresa a livello manifatturiero in diverse economie forti in questo segmento. È infatti interessante notare alcuni esempi: Corea del Sud, Germania, Svezia e Taiwan. In tutti e quattro i casi il manufacturing Pmi sta mostrando una decisa ripresa e, a parte la Germania, è già stata superata la soglia di 50. Quest’ultimo livello normalmente indica il passaggio a una fase di espansione congiunturale.
Tali sviluppi sono i benvenuti e vitali per un sistema che si è retto in buona parte nell’ultimo biennio sui consumatori americani. Questi ultimi stanno infatti mostrando segni di stanchezza a fronte di un costo del servizio del debito elevato e spinte inflative che fanno fatica a svanire.
Nei prossimi trimestri, sempre secondo il team di Carmignac, una mano alla crescita dovrebbe arrivare dagli investimenti. È infatti interessante notare che la prima metà dell’anno ha visto un sempre maggiore ammontare di beni in conto capitale importati negli Stati Uniti, la cui variazione percentuale, rispetto all’anno precedente, è finalmente tornata sopra lo zero. Si tratta peraltro di una voce che, dai picchi post-Covid di inizio 2022, era letteralmente crollata.
Dall’altra parte, la Cina è ancora gravata da una forte deflazione, con il governo centrale che è restio a investire grandi risorse (andando quindi ad aumentare la leva del sistema) per mettere una pezza sui vari focolai di crisi immobiliari. Poche pressioni sul caro vita si registrano anche in Europa, dove la dinamica consumi/salari è molto tenue, tanto che la Bce ha potuto iniziare a tagliare i tassi a giugno, come annunciato.
Questa dicotomia fra nazioni consumatrici e dalla forte inflazione e altre che mostrano maggiori tassi di risparmio e stagnazione dei prezzi, nella view di Carmignac si interseca con le tensioni fra i due blocchi geopolitici. Questa situazione conflittuale rappresenta tuttora l’incognita maggiore sulla tenuta del sistema.
Boris Secciani
Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.

