Le potenzialità degli emergenti. La presenza di quotazioni a sconto e il vento a favore alimentato dalla debolezza del dollaro stanno supportando i listini emergenti. L’asset allocation a cura della Strategy Unit di Pictet AM

A giugno, le azioni globali hanno registrato un rialzo di quasi il 4%, sovraperformando la controparte obbligazionaria. Alcune delle migliori opportunità riteniamo siano nei mercati emergenti: le prospettive di crescita sono favorevoli, con i nostri indicatori economici che sono positivi per tutta l’Asia emergente, l’America Latina e l’EMEA, ed in contrasto con valori deboli per la maggior parte dei Paesi sviluppati. Anche le valutazioni dei titoli azionari di queste economie sono interessanti: lo sconto del rapporto price/earning a 12 mesi è superiore al 30% rispetto all’MSCI All-Country World Index, e il recente calo del dollaro offre un ulteriore svantaggio. Inoltre, osserviamo una forte dinamica dei prezzi sostenuta dall’aumento dei flussi in entrata nell’asset class.
Un dollaro più debole è un buon auspicio per le obbligazioni dei mercati emergenti, uno dei motivi per cui continuiamo a sovrappesare il debito pubblico dei mercati emergenti in valuta locale. Secondo i nostri modelli, le valute dei Paesi in via di sviluppo vengono scambiate con una deviazione standard al di sotto del loro equilibrio rispetto al dollaro. Prevediamo che tale divario si riduca con l’aumento del differenziale di crescita tra gli Stati Uniti e i Paesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda i mercati sviluppati, l’azionario USA è stato il migliore in termini di performance, con una crescita di oltre il 5%
Con l’indice S&P 500 scambiato con un premio per il rischio azionario del 3,7% rispetto ad una media a lungo termine del 4,8%, il mercato sembra stia scontando un ritorno ad un clima economico e politico più tranquillo. A nostro avviso, questa previsione è un po’ troppo ottimistica e, se sommata alle prospettive di un rallentamento della crescita e di una riduzione delle previsioni per gli utili societari, riteniamo che la possibilità di un ulteriore rialzo dei titoli statunitensi sia limitata, soprattutto dopo il recente rally.
Le azioni europee hanno chiuso il primo semestre con un rialzo di oltre il 13%
Gli stimoli monetari della BCE, gli ampi piani di investimenti pubblici e la svolta storica della Germania in materia di espansione fiscale alimentano le aspettative di una crescita più forte nell’area euro. Anche la domanda interna sta migliorando e i risparmi dei consumatori sono significativi, pari al 15% del reddito disponibile. Tuttavia, nelle nostre proiezioni non abbiamo ancora preso pienamente in considerazione l’impatto di queste iniziative fiscali, a causa dei rischi di attuazione e delle continue incertezze commerciali
Reddito fisso e valute: dollaro in calo
In un primo semestre caratterizzato dalla volatilità dei mercati obbligazionari e valutari, la debolezza del dollaro è stata una delle poche tendenze persistenti. Da gennaio la valuta ha perso circa il 10%, e prevediamo che questo deprezzamento proseguirà a causa dei crescenti timori in merito alle politiche commerciali e fiscali degli Stati Uniti, nonché dei segnali di rallentamento dell’economia statunitense.
Riteniamo che l’epoca dell’eccezionalismo USA stia volgendo al termine; se così fosse, ci potrebbe essere un calo a lungo termine del valore del dollaro. Un primo segnale di questo cambiamento è rappresentato dalla rottura della relazione tra dollaro e Treasury.
Redazione
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