
Il mercato potrebbe aver già scontato le attuali quotazioni, anche nell’ipotesi di risultati trimestrali ancora una volta in crescita. Alberto Artoni, portfolio manager US Equity di AcomeA SGR
A dispetto delle tensioni politiche interne al Paese e degli effetti nefasti imputabili alla diffusione del Covid-19, il sentiment rialzista sui titoli tecnologici Usa continua a essere spumeggiante. Cosa vi aspettate per il 2021?
L’ incredibile performance del settore tecnologico americano nel 2020 va analizzata alla luce delle dinamiche in atto sui mercati da più di un decennio. Dalla cosiddetta “Global Financial Crisis” del 2008-2009, in un contesto di bassi tassi d’interesse e di crescita non particolarmente robusta nelle economie occidentali, i titoli più esposti a trend strutturali di crescita hanno significativamente sovraperformato il resto del mercato (in primis il settore della tecnologia, nella sua accezione più ampia).
Nel corso del 2020 abbiamo però assistito ad una divergenza di performance estrema tra l’indice S&P500 ed il Nasdaq100. Il rapporto tra questi due indici ha raggiunto a settembre i massimi assoluti, superando il livello del 2000 che coincise con la “bolla delle dot-com”. Un altro elemento di particolare interesse è l’elevata concentrazione degli indici azionari americani dove poche aziende che controllano le grandi infrastrutture tecnologiche rappresentano oltre il 20% del listino.
La capitalizzazione dei titoli tecnologici Usa ha superato quella dell’intero mercato azionario europeo. La capitalizzazione della sola Apple vale quanto il Pil italiano. È tutto oro quel che luccica?
Pur senza spingerci a fare delle chiamate di “timing” di mercato, riteniamo che la differenza di performance e, quindi, di valutazione tra i titoli cosiddetti “value” e quelli “growth” abbia raggiunto massimi storici e ci attendiamo che una normalizzazione, intesa come convergenza dei prezzi di borsa al valore intrinseco, possa favorire nel 2021 una strategia d’investimento value, tipicamente caratterizzata da una maggiore enfasi sui business più ciclici e maturi. Già nelle fasi finali del 2020 e nella prima parte del nuovo anno abbiamo assistito ad importanti segnali del mercato, che interpretiamo come un inizio di questa rotazione.
In primis evidenziamo la cosiddetta “price action” di molti giganti della tecnologia in occasione della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre: a fronte di solidi risultati operativi, i titoli sono stati generalmente penalizzati dal mercato, segnalando come i prezzi elevati già più che scontassero i buoni risultati. Inoltre, l’esito delle elezioni ed il conseguente cambio di amministrazione potranno contribuire a favorire il recupero del “value”.
Da un lato, le politiche fiscali fortemente espansive potranno favorire una ripresa dei settori maggiormente penalizzati dal Covid, dall’altro lato l’amministrazione Biden potrebbe essere più incisiva nel mettere sotto osservazione i grandi monopoli della tecnologia, favorendo la concorrenza ed esigendo una tassazione effettiva in linea con le imprese di altri settori.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.


