Teresa Gioffreda, investment strategist di Ubs Asset Management Italia, ha illustrato i punti chiave dell’outlook 2025 della Sgr
È sceso il sipario sul 2024 con un’ottima performance del mercato azionario, soprattutto americano, mentre le obbligazioni non hanno prodotto i ritorni, con il governativo americano che da settembre in poi ha visto i rendimenti risalire. Il dollaro si è rafforzato in vista delle elezioni e l’oro ha continuato la sua salita, anche alla luce dei rischi geopolitici. Questa è la sintesi con cui Teresa Gioffreda, investment strategist di Ubs Asset Management Italia, ha aperto l’outlook 2025 dedicato alla stampa.
UN CONTESTO MACRO FAVOREVOLE
A fare da sfondo al nuovo anno continua l’eccezionalismo americano, con un aumento del Pil che la società di gestione si attende intorno al 2%: è la testimonianza di un ciclo che continua a essere guidato dal reddito e con un’inflazione che ha ripreso la sua traiettoria discendente. In tale scenario, la Fed è attesa tagliare due volte i tassi d’interesse. La crescita cinese, invece, dopo avere probabilmente toccato il 5% nel 2024, dovrebbe registrate un calo e attestarsi al 4%, salvo che in occasione del Congresso del Partito Comunista, previsto a marzo, il Politburo non decida per ulteriori stimoli volti a restaurare la fiducia nei confronti dei consumatori e delle imprese. L’Europa, sempre secondo Ubs Am, dovrebbe mostrare una ripresa dell’attività economia, stimata all’1%, grazie a un potenziale recupero dell’economia tedesca, che ha sofferto negli ultimi due anni a causa dell’elevata esposizione al settore manifatturiero. Una politica monetaria accomodante, con 100 punti base di taglio dei tassi previsti da parte della Bce, crea un contesto favorevole per il tessuto economico, che potrebbe anche beneficiare di costi dell’energia inferiori se si dovesse trovare un accordo per porre fine al conflitto russo-ucraino. Sorprese positive dalla Cina dovrebbero avere riflessi favorevoli anche sul Vecchio Continente. In un contesto generalizzato di tassi in discesa, fa eccezione, insieme a poche altre nazioni, il Giappone: la crescita del paese è in ripresa, l’inflazione sta salendo, grazie all’aumento dei salari e la BoJ dovrebbe alzare di 50 punti base nell’anno in corso.
ANCORA POSITIVI SULL’AZIONARIO USA
L’eccezionalismo americano, secondo Gioffreda, continuerà a caratterizzare anche il mercato azionario visto il contesto positivo che è però sempre più sfidante, poiché sarà difficile continuare ad avere sorprese al rialzo della crescita degli utili aziendali. Le politiche della nuova amministrazione, anche dopo il discorso d’insediamento alla Casa Bianca di Trump, non sono ancora completamente delineate. Secondo la strategist, al di là delle dichiarazioni fatte, la nuova leadership sarà impegnata a implementare il proprio programma senza però deludere le aspettative degli elettori che ne hanno permesso l’elezione. Inoltre, vista la situazione dei conti pubblici americani, ci sarà molta cautela nell’adottare misure che provochino un ulteriore deterioramento della situazione, con inevitabili ricadute sull’inflazione e sui mercati finanziari. Infine, è possibile che anche l’ammontare dei dazi preannunciati possa essere inferiore a quanto annunciato. Le attese di una nuova ondata di deregolamentazioni dovrebbero favorire le piccole e medie imprese. L’asset manager è generalmente costruttivo sui mercati azionari: sta gradualmente portando a neutrale l’esposizione al mercato azionario europeo, ma la preferenza rimane per quello americano. Su Cina e mercati emergenti la posizione è neutrale.
ATTENZIONE ALLA DURATION
In merito alle obbligazioni, Ubs Am privilegia il tratto di curva dei rendimenti che va dalla parte breve ai sette anni, perché si attende che la volatilità continui sui mercati. Per le scadenze più lunghe, la strategia è guidata dalla tattica, che vede i rendimenti di 2,5% e di 4%-5%, rispettivamente per Bund e Treasury, dei livelli di acquisto. In merito ai titoli di credito, visto anche il livello di rendimenti offerti e la complessiva solidità finanziaria delle aziende, sono preferite le emissioni investment grade e high yield europee ed asiatiche, che hanno spread leggermente più ampi di quelle americane. Inoltre, in Europa il rating dei titoli di riferimento è più elevato, sia per i titoli IG, sia per gli HY, mentre in Asia sono i rendimenti offerti a essere attrattivi. Positiva anche la view sul credito e il debito sovrano dei paesi emergenti. Per quanti riguarda invece le valute, se per il dollaro americano è prevista stabilità, perché è difficile prevedere un ulteriore apprezzamento dai livelli attuali, lo yen, date le attese di rialzo dei tassi, è visto in rafforzamento e potrebbe essere uno strumento di diversificazione all’interno dei portafogli. Da questo punto di vista, Ubs Am continua a essere favorevole a detenere un’esposizione all’oro e ad altre materie prime quali il rame e gli altri metalli di transizione.
Pinuccia Parini
Dopo una lunga carriera in ambito finanziario sul lato, sia del sell side, sia del buy side, sono approdata a Fondi&Sicav

