Sebbene gli Stati Uniti dispongano ancora di una finestra temporale per intervenire, il margine di errore si sta riducendo. L’analisi di Dws.

Il livello di preoccupazione per la sostenibilità dei conti pubblici statunitensi nel medio e lungo termine non sembra essere alto tra i rappresentanti dell’attuale compagine governativa. L’approvazione al Senato del ‘Big Beautifull Bill’ con l’appoggio di ben 50 senatori repubblicani rappresenta un chiaro segnale in tal senso.

Il Penn Wharthon Budget Model è uno strumento d’analisi che tende a sottolineare come il debito federale cresca più velocemente del Pil quando i tassi d’interesse superano il tasso di crescita dell’economia, a meno che non sia compensato da un avanzo primario costante. In questa fase, i tassi d’interesse pagati dal debito Usa si stanno progressivamente avvicinando al tasso di crescita nomiale del Pil.

Christian Scherrmann, economista per gli Stati Uniti presso DWS, ha evidenziato che, nell’ipotesi in cui le attuali condizioni macroeconomiche e di politica fiscale dovessero rimanere invariate, gli Stati Uniti avrebbero una finestra temporale di 20 anni per ricorrere a misure correttive efficaci (sempre che le condizioni di mercato lo consentano.  L’analisi di Wharton individua una soglia critica per il rapporto debito/PIL intorno al 200%.

Il problema è che la stabilità potrebbe svanire molto più rapidamente in caso di una crisi improvvisa, che comporti un aumento repentino dei disavanzi pubblici o una perdita improvvisa di fiducia da parte dei mercati. Rimandare le azioni necessarie aumenta il rischio di una crisi fiscale non lineare, in cui la fiducia dei mercati si deteriora bruscamente. I decisori politici devono tenere conto sia dell’entità sia del momento degli interventi, per garantire la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche e la stabilità macroeconomica.