Con i titoli biotech small e mid-cap scambiati a valutazioni interessanti, l’attività di M&A ha avuto un forte inizio nel 2023. Andy Acker, portfolio manager, Janus Henderson
All’inizio di maggio erano stati annunciati deal per circa 69 miliardi di dollari nel settore biofarmaceutico, più o meno lo stesso valore totale di tutto il 2022. Poi, la Federal Trade Commission (FTC) ha lanciato un colpo di scena: con una mossa a sorpresa, l’autorità di regolamentazione ha fatto causa per bloccare l’acquisizione da 27,8 miliardi di dollari di Horizon Therapeutics da parte di Amgen, un accordo annunciato per la prima volta nel 2022. Ciò che sorprende è che la base consueta per un’azione legale della FTC – l’eccessiva sovrapposizione di prodotti – non esiste nell’accordo Amgen/Horizon. La FTC si basa invece sulla possibilità che Amgen utilizzi il suo peso per accorpare i prodotti di Horizon ad altri farmaci del portafoglio Amgen, consentendo sconti consistenti che metterebbero in svantaggio i potenziali concorrenti.
Un rallentamento delle grandi fusioni e acquisizioni …
Senza precedenti legali, la causa della FTC crea incertezza non solo per l’operazione Amgen/Horizon, ma anche per le future fusioni e acquisizioni nel settore. La mancanza di precedenti pone inoltre l’onere della prova a carico della FTC. In questo caso, l’autorità di regolamentazione potrebbe trovarsi di fronte a una battaglia in salita, poiché l’argomentazione si basa su ciò che Amgen potrebbe fare, non su ciò che avverrà o è avvenuto (come ricevere una multa per eccesso di velocità mentre si esce dal vialetto di casa perché si potrebbe guidare troppo velocemente). A nostro avviso, questo ragionamento riduce le probabilità di successo della FTC.
Tuttavia, riteniamo che la causa possa rallentare le grandi operazioni di M&A (quelle di valore superiore a 15 miliardi di dollari) fino a quando non sarà risolta, probabilmente nella seconda metà del 2023. Fino a oggi abbiamo assistito a un aumento delle acquisizioni più grandi, tra cui la fusione Amgen/Horizon e l’acquisizione di Seagen da parte di Pfizer per 43 miliardi di dollari.
… potrebbe portare a una ripresa dei piccoli affari
D’altro canto, le operazioni di M&A biotech di minore entità (inferiori a 10-15 miliardi di dollari) potrebbero subire un’accelerazione. Dopotutto, la necessità di M&A non è destinata a scomparire. Nei prossimi anni, molte aziende biofarmaceutiche a grande capitalizzazione dovranno rimpiazzare i ricavi dei farmaci blockbuster (farmaci con vendite annue pari o superiori a 1 miliardo di dollari) non più brevettati. Entro la fine del decennio, infatti, ben 200 miliardi di dollari di ricavi annuali da farmaci sono a rischio di perdita dell’esclusività, comprese le terapie immunologiche Humira (21,2 miliardi di dollari di vendite) e Stelara (9,7 miliardi di dollari), che escono dal brevetto quest’anno. Per questo motivo, l’industria ha accumulato circa 500 miliardi di dollari in contanti nei propri bilanci ed è motivata a fare acquisti.
Allo stesso tempo, l’innovazione tra le aziende biotech small e mid cap è in ripresa. Come abbiamo già osservato in precedenza, il 2022 è stato un anno di progressi clinici, con le aziende che hanno fornito dati positivi in diverse categorie di malattie importanti, tra cui la distrofia muscolare, l’Alzheimer, la degenerazione maculare legata all’età (una delle principali forme di cecità negli anziani) e l’obesità. Ora, più di 80 terapie sono in attesa di revisione da parte della Food and Drug Administration nel 2023, ponendo le basi per quello che potrebbe essere un anno record di approvazioni, con 18 farmaci lanciati a metà maggio. Inoltre, data la natura innovativa di molte terapie, questi farmaci potrebbero rappresentare l’inizio di nuovi cicli di prodotto, che di solito guidano la crescita dei ricavi per un decennio o più.
I mercati dei capitali ristretti e le condizioni di prestito stringenti hanno inoltre reso le aziende biotech a piccola e media capitalizzazione più disponibili a essere acquisite. L’interesse per le offerte pubbliche iniziali è diminuito con l’aumento dei tassi di interesse nel 2022, mentre le turbolenze bancarie negli Stati Uniti hanno limitato un’importante via di finanziamento per le biotecnologie a piccola capitalizzazione. Con la riduzione di queste fonti di capitale, le operazioni di M&A sono diventate sempre più importanti per il proseguimento degli studi clinici e la commercializzazione di nuovi farmaci.
Se non è possibile portare a termine operazioni più grandi, le aziende biofarmaceutiche che hanno bisogno di accedere all’innovazione potrebbero essere costrette a fare tre piccole operazioni per ogni grande operazione, una tendenza che potrebbe avvantaggiare gli investitori focalizzati sulle biotecnologie innovative a piccola e media capitalizzazione. Un esempio: a fine maggio – dopo la presentazione della causa FTC – il produttore di farmaci gastrointestinali Ironwood Pharmaceuticals ha annunciato l’intenzione di acquistare la biotech svizzera VectivBio per 1 miliardo di dollari, con un premio del 40% rispetto al prezzo delle azioni di VectivBio prima dell’annuncio.
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

