Ecco perché sovrappesiamo le azioni cinesi e i tioli dei mercati emergenti. Strategy Unit di Pictet Asset Management
Diamo inizio al nuovo anno con un interesse verso i titoli azionari asiatici e dei mercati emergenti. Il rischio recessione che incombe su Europa e Stati Uniti, l’indebolimento del dollaro e la chiara intenzione delle banche centrali dei Paesi sviluppati di mantenere la rotta nella lotta all’inflazione, rendono interessanti le economie dei mercati emergenti.
Abbiamo portato le azioni cinesi da neutrali a sovrappesate alla luce dei segnali che indicano che Pechino sta tentando di normalizzare le sue politiche di contrasto alla pandemia. Una volta superato il COVID, la domanda repressa dovrebbe dare una spinta importante all’economia interna. Anche se nulla sembra ancora indicare che il sostegno dato al settore immobiliare in difficoltà stia funzionando. Una ripresa del mercato cinese sarebbe di grande aiuto, in generale, ai mercati emergenti asiatici e ad altri Paesi in via di sviluppo, che potrebbero beneficiare dei segnali che suggeriscono la fine dell’apprezzamento del dollaro.
Nel frattempo, le economie emergenti sono in una fase molto avanzata del ciclo di inasprimento monetario. Per tale ragione è probabile aspettarsi notizie per lo più positive su questo fronte. Secondo le nostre previsioni, nel 2023 le società dei mercati emergenti offriranno una crescita degli utili del 6,6% su base annua, contro i cali rispettivamente dello 0,1% per le azioni statunitensi e del 7,1% nell’eurozona. Di conseguenza abbiamo sovrappesato i titoli dei mercati emergenti.
Abbiamo invece declassato le azioni giapponesi da sovrappeso a neutrali, poiché la BoJ sembra puntare verso una politica meno accomodante con l’allentamento del controllo sulla curva dei rendimenti cui era stata fedele dal 2018 (partendo da una fascia di movimento ancora più ristretta, fissata nel 2016). In seguito alla loro ottima performance e in previsione di un rafforzamento dello yen nel corso del prossimo anno, abbiamo quindi declassato le azioni giapponesi da sovrappeso a neutrali.
Restiamo prudenti per quanto riguarda le azioni dei mercati sviluppati. Pensiamo che gli investitori non siano pienamente consci di quanto più basse siano le prospettive per gli utili societari e i margini in questi mercati. Il calo contemporaneo dei livelli di produzione e dei tassi di inflazione causerà una contrazione del PIL nominale. E il PIL nominale è un fattore determinante per gli utili.
Allo stesso tempo, le aziende faticheranno a difendere i loro margini di profitto se l’inflazione dovesse continuare a intaccare i redditi delle famiglie, soprattutto una volta spesi i risparmi maturati durante i lockdown dovuti alla pandemia. È probabile che all’azzeramento della crescita degli utili nel prossimo anno seguiranno ulteriori declassamenti da parte degli analisti.
Nel complesso, riteniamo che vi sia il rischio di un ribasso del 15% per le azioni statunitensi. In altre parole, il primo semestre dell’anno potrebbe essere tutt’altro che memorabile per gli investitori azionari.
Notiamo infine che lo shock energetico innescato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni alla Russia inizia a svanire. Abbiamo colto questa opportunità per declassare il settore energetico da sovrappeso a neutrale.
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

