Intervista a Giorgio Bortolozzo, Head of Equity di Arca Fondi SGR

Cosa vi aspettate dalla Borsa italiana nel 2022? Quali settori privilegiate in questa fase e quale tipologia di titoli potrebbe performare meglio nel medio termine?

L’economia italiana sta entrando nel 2022 con buoni numeri di crescita del PIL e fiducia da parte di imprese e consumatori. Buoni numeri a cui si andranno ad aggiungere le riforme del PNRR, che riteniamo possano offrire un ulteriore supporto fondamentale per la crescita nel medio periodo del nostro paese e delle nostre aziende.
Tuttavia, oltre alla crescita, occorrerà monitorare l’evoluzione della politica monetaria e la continuità politica. In questo contesto, e in assenza di eventi esogeni, per loro natura non prevedibili, ci aspettiamo una conferma dell’andamento complessivamente positivo degli utili delle aziende e quindi dei corsi azionari.
Tra i settori, la preferenza è da attribuire a quelli maggiormente esposti alle riforme legate al PNRR, in particolare quei segmenti di mercato connessi agli investimenti in digitalizzazione, in cybersecurity, allo sviluppo della rete internet, alla sanità. Anche la sostenibilità, come, ad esempio, la produzione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ricoprirà un ruolo rilevante nel corso dei prossimi anni. Mentre tra i segmenti di mercato, continuiamo a vedere positivamente lo sviluppo per le piccole e medie imprese.
Sarà tuttavia importante mantenere uno stile di gestione attivo e selettivo come quello adottato da Arca Fondi. In particolare, l’approccio di gestione di Arca Fondi verso i titoli italiani a piccola-media capitalizzazione si concentra su aziende che godono di prospettive di crescita di fatturato e utili eccellenti, con un’ottica di holding period di medio periodo.
Le aziende che selezioniamo devono mostrare, in generale, vantaggi competitivi solidi, essere innovative e operare in nicchie di mercato o in settori in crescita strutturale. Riteniamo che questi siano gli elementi distintivi per poter contare su un percorso di sviluppo futuro solido, con una crescita maggiore nel medio termine.
L’inflazione italiana continua a salire (anche se a ritmi inferiori rispetto a quella europea). La crescita dei prezzi al consumo può aiutare a gestire meglio l’enorme debito pubblico ma potrebbe danneggiare alcune attività economiche quotate. Qual è la vostra view a tal proposito?
L’inflazione è una tematica sulla quale occorrerà porre attenzione nel corso del prossimo anno. Se la pressione inflazionistica si dimostrasse più persistente delle attese, invece che temporanea, si potrebbe osservare un inasprimento più veloce delle politiche monetarie da parte delle banche centrali, con impatti non sempre univoci su economia e mercati.
In questo contesto sarà importante monitorare attentamente il posizionamento delle società all’interno del loro settore, selezionando società dotate di “pricing power”, ossia la capacità di una società di trasferire l’aumento dei costi sui clienti e la possibilità di adeguare il listino prezzi in maniera sufficientemente veloce, senza perdere quote di mercato, offrendo, in questo modo, una buona protezione ai margini e utili.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

