I prossimi mesi ci diranno se la crescita dell’economia si allineerà al calo dell’occupazione o se sarà quest’ultimo a correggere il tiro in un contesto di crescita solida. Julian Marx, Research Analyst Flossbach von Storch SE

 

 

Nel mese di settembre i datori di lavoro del settore privato statunitense hanno registrato un saldo netto negativo di circa 30.000 posti di lavoro, proseguendo il recente trend al ribasso dell’occupazione I rischi al ribasso per il mercato del lavoro stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza nella valutazione del rischio da parte della Fed, giustificando così il nuovo taglio dei tassi come un passo verso una posizione più neutrale in termini di politica monetaria.

Tuttavia, come ha recentemente sottolineato il Governatore della Fed Christopher Waller, l’indebolimento del mercato del lavoro non deve essere interpretato come un lasciapassare per ulteriori tagli dei tassi. A suo avviso anzi, i rischi al rialzo per l’inflazione – che a settembre si attestava al 3,0%, quindi ancora al di sopra del target del 2% – non sono attualmente dominanti. Le aspettative di inflazione di lungo periodo restano infatti ancorate, suggerendo che gli aumenti di prezzo legati ai dazi possano rivelarsi temporanei.

Secondo Waller, il vero problema risiede nella coesistenza di due tendenze contrapposte: da un lato, dati macroeconomici che indicano una crescita solida; dall’altro, un mercato del lavoro in fase di rallentamento. Secondo alcune stime, nel terzo trimestre la crescita annualizzata del Pil statunitense dovrebbe situarsi tra il 2,5% e un più ottimistico 4%.

Secondo il Governatore, questa contraddizione dovrà risolversi in un senso o nell’altro: o la crescita economica rallenterà per allinearsi al mercato del lavoro debole, oppure quest’ultimo si riprenderà per riflettere l’economia più forte. Di fronte a tale incertezza, Waller ritiene giustificata una linea di politica monetaria improntata alla prudenza, per evitare errori che in futuro richiederebbero correzioni costose.

Come interpretare i tagli della Fed?

Due tagli consecutivi dei tassi potrebbero suggerire un segnale chiaro, ma questa impressione rischia di essere fuorviante: si potrebbe infatti pensare che la Fed abbia avviato un nuovo ciclo di allentamento in risposta all’indebolimento del mercato del lavoro.

In realtà, tale lettura resta altamente incerta – e potrebbe rivelarsi errata entro pochi mesi. La Fed si trova ancora ad affrontare diversi conflitti irrisolti. Sul fronte inflazionistico, alcuni segnali sono incoraggianti, in particolare la possibilità che l’aumento dei prezzi legato ai dazi sia di breve durata. Secondo la valutazione di Powell, la maggior parte delle aspettative di inflazione di lungo termine resta in linea con l’obiettivo del 2%.

Tuttavia, al di là dell’inflazione, anche i dati reali sull’economia non offrono un quadro univoco. L’attuale robustezza dell’economia statunitense appare in contrasto con le debolezze emerse nel mercato del lavoro. Come ha recentemente osservato Powell, non esiste un sentiero privo di rischi per la politica monetaria.

 

 


Unknown's avatar
Redazione

La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.