Il debito delle società tecnologiche Usa è contenuto e il rischio default basso. Intervista a Denny , portfolio manager, Janus Henderson

Dopo le perdite accumulate negli ultimi mesi, credete che i titoli tecnologici Usa abbiano scontato l’effetto negativo derivante dalla nuova politica monetaria della Fed?

Molti dei principali player tecnologici statunitensi sono stati fortemente colpiti dai cambiamenti della politica della Fed, in quanto l’aumento dei tassi riduce il valore attuale dei futuri flussi di cassa delle società. Tuttavia, è proprio il richiamo di questi flussi di cassa che ha alimentato l’ascesa delle società tecnologiche a crescita secolare fino alla leadership del mercato.

Di conseguenza, il rapido rialzo dei tassi di quest’anno ha portato a un calo proporzionale del settore. Il crollo, tuttavia, non è stato uniformemente distribuito tra i segmenti tecnologici. Molte società che si trovano ad affrontare sfide secolari – e che quindi hanno ottenuto multipli di valutazione più bassi – hanno resistito meglio negli ultimi tempi. Gli investitori non dovrebbero confondere la recente performance dei tassi con la valutazione del modello di business di una società. I titoli hanno risentito anche del potenziale rallentamento economico dovuto non solo all’aumento dei tassi, ma anche all’impatto della guerra in Ucraina e ai lockdown in Cina.

Molte società tecnologiche hanno approfittato dei tassi bassi per aumentare i livelli di indebitamento. Credete che tali livelli siano sostenibili nel medio termine o rappresentino un fattore di rischio importante per l’asset class?

Le società della maggior parte dei sottosettori tecnologici hanno un debito relativamente basso e di conseguenza sono caratterizzate da un limitato rischio di default. In molti casi, inoltre, le società hanno posizioni di liquidità netta significative. Un’eccezione potenziale è rappresentata dall’e-commerce, dove abbiamo visto diversi player sottoposti a pressioni a causa del crollo dei loro valori azionari durante il sell-off.