La “Small America” sta già sentendo la pressione della crisi, anche se proseguono i piani di assunzione di personale. Gilles Moëc, Chief Economist di AXA Investment Managers

 

Gilles Moec

Il FMI ha abbassato le previsioni per l’economia mondiale nel 2023 e 2024. Il consenso degli economisti – che noi condividiamo – è che i rischi di recessione sono notevolmente aumentati a causa della pressione sui prestiti bancari, ma il mercato azionario sembra ancora notevolmente resiliente.

Esiste tuttavia un forte effetto di composizione. Negli Stati Uniti il mercato azionario è sostenuto dalla forte performance dei nomi più importanti, con una particolare concentrazione nel settore tecnologico.

Più in basso, nella “pancia” dell’indice azionario, il deterioramento delle valutazioni è stato significativo. Questo effetto dimensionale è visibile anche negli indicatori di fiducia economica. La rilevazione NFIB sulle piccole imprese ha registrato dati inferiori al trend in anticipo e in misura maggiore rispetto alle più note rilevazioni “generaliste” dell’ISM.

Questa non è una caratteristica abituale delle flessioni cicliche statunitensi e siamo tentati di attribuire l’attuale effetto dimensionale alla migliore capacità delle grandi imprese di far fronte allo shock inflazionistico. E in prospettiva, le piccole imprese saranno particolarmente sensibili all’inasprimento degli standard di finanziamento che, a nostro avviso, sarà una conseguenza duratura delle turbolenze bancarie.

La “Small America” sta quindi già sentendo la pressione della crisi. Tuttavia, la tenuta della creazione di posti di lavoro è visibile anche nelle piccole imprese, con la componente relativa ai piani di assunzione della rilevazione NFIB ancora superiore al trend.

La sensazione è che il mercato del lavoro sarà l’ultimo tassello a cadere, con un ritardo più lungo del solito, posticipando l’atterraggio dell’inflazione e mantenendo la Fed in un clima restrittivo più a lungo di quanto il mercato stia attualmente prezzando, anche se il tasso terminale è ormai in vista.

Alla BCE, i falchi sono stati molto espliciti negli ultimi tempi, spingendo per la continuazione dei rialzi consistenti, frustrati dalla continua accelerazione dell’inflazione di fondo. Ci aspettiamo che il prossimo flusso di dati – in particolare l’indagine sui prestiti bancari e l’effettiva erogazione di credito di marzo – mostri che la stretta monetaria ha già spostato la manopola per mantenere il rialzo di maggio a 25 punti base, ma l’umore generale a Francoforte sembra intransigente.


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