I titoli a bassa capitalizzazione potrebbero trarre vantaggio dal ridotto peso del servicing debt. Lewis Grant, senior portfolio manager for Global Equities di Federated Hermes

Un’apertura debole dei mercati azionari nel 2024 fa pensare gli investitori stiano vivendo una vera e propria sbornia dopo l’esuberanza di dicembre, rendendosi ora conto che un rialzo ottimistico sarebbe stato troppo prematuro. L’attenzione sulle tematiche macro rimane di primaria importanza per gli investitori considerando che i dubbi sulla prospettiva di un atterraggio morbido hanno zavorrato i listini spingendo verso l’alto invece i rendimenti dei Treasury. Continuiamo a monitorare i dati e non crediamo che le condizioni di mercato siano cambiate a tal punto da giustificare una battuta d’arresto dell’ottimismo, anche se l’incertezza rimane e molto dipenderà dai primi risultati economici del 2024.

Le decisioni sui tassi d’interesse saranno cruciali e l’anticipazione di un taglio provocherà un ampliamento del mercato. Le small e mid cap sono pronte ad approfittare di condizioni più favorevoli, dato il ridotto peso del servicing debt. I titoli growth sono destinati a beneficiare dell’allentamento delle condizioni economiche e dunque sarà importante essere selettivi. Lo scenario geopolitico è fragile, non è da escludere un rischio di recessione, perciò, continuiamo a privilegiare i titoli growth di qualità rispetto a quelli speculativi.


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Redazione

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