Per la valutazione dell’indice S&P 500 ci basiamo sul metodo dell’average risk premium riscontrato nel secolo scorso e sui dati del sito Shiller, restingendo i periodi considerati a quelli di bassa inflazione.
Per definire il valore obiettivo valutiamo sia dati di consensus, sia nostre attese proprietarie e, a seconda delle ipotesi, otteniamo le seguenti valutazioni coerenti con il premio al rischio di lungo periodo.
In particolare, l’utilizzo di stime per i prossimi 12 mesi al posto di quelle correnti aggiunge circa 450 index point al livello target dell’indice S&P500.
Utilizzando un rischio inferiore del 25% anziché del 40% (percentuale della deviazione standard storica aggiunta al premio per il rischio medio per motivi di cautela), l’obiettivo S&P aumenterebbe di altri 360 index point.
Un rischio più basso del 25% è giustificato secondo noi dalla riduzione dei rischi esogeni da metà marzo e, soprattutto, dal miglioramento delle condizioni finanziarie attraverso uno straordinario sostegno delle politiche sia fiscali che monetarie.
Il risultato è che l’indice S&P 500 della Borsa statunitense, nelle circostanze attuali, potrebbe assestarsi al valore di circa 3.300 punti entro un anno, soprattutto grazie ai bassi tassi reali a 10 anni.
A cura di Michele Morganti, senior equity strategist di Generali Investments
Redazione
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