Intervista a Lyubka Dushanova, EMD Portfolio Strategist di State Street Global Advisors

 

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Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?

I fattori principali che quest’anno hanno influenzato la performance del debito dei mercati emergenti sono stati l’inflazione, la stretta della politica monetaria statunitense e il conflitto Russia-Ucraina.

Un forte aumento dell’inflazione sia globale sia dei mercati emergenti nella seconda metà del 2021 ha portato sia le banche centrali dei mercati sviluppati sia quelle dei mercati emergenti a rivalutare le proprie politiche monetarie. La Fed ha dato avvio al tapering della propria politica monetaria già alla fine del 2021, mentre la maggior parte delle banche centrali dei mercati emergenti hanno aumentato i tassi dalla metà del 2021, nonostante una crescita debole.

Lyubka Dushanova

Il conflitto Russia-Ucraina ha colpito non solo i paesi direttamente coinvolti, ma ha anche avuto un effetto di ricaduta sui paesi vicini e sui mercati emergenti più in generale attraverso il canale delle materie prime; il conflitto ha portato a una forte impennata dei prezzi delle materie prime – in particolare del petrolio e dei metalli di cui la Russia è un esportatore chiave, nonché a nuove interruzioni delle catene di approvvigionamento.

Questo a sua volta ha aggravato le criticità macroeconomiche che erano già presenti prima del conflitto. Le banche centrali dei mercati emergenti devono affrontare un difficile bilanciamento tra la resistenza a un’inflazione sempre più alta e la crescita lenta. Mentre la Fed ha anche anticipato l’inasprimento della sua politica monetaria con un ciclo di rialzi aggressivi previsto nel corso del 2022.

Questo a sua volta ha portato a un forte riprezzamento dei rendimenti dei treasury americani, con il rendimento del decennale che ha raggiunto un massimo del 2,6% all’inizio di aprile. Ciò, unitamente all’allargamento dello spread indotto dal conflitto Russia-Ucraina e dal peggioramento dei fondamentali, ha portato alla significativa sottoperformance del debito in valuta forte dei mercati emergenti a cui abbiamo assistito nel primo trimestre di quest’anno.

Il 2022 ha anche registrato un ritorno della solidità del dollaro statunitense, che sta aiutando poco il mercato FX emergente a recuperare la propria sottovalutazione rispetto al dollaro registrata nell’ultimo anno. Allo stesso tempo i tassi dei mercati emergenti hanno anch’essi ceduto a seguito della stretta monetaria della banca centrale, portando alla sottoperformance del debito in valuta locale.

Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?

In questo contesto, gli esportatori di materie prime continuano e continueranno a sovraperformare. A livello regionale, l’America Latina ha sovraperformato a causa della concentrazione di paesi esportatori di materie prime. Mentre l’Europa centrale e l’Europa orientale, maggiormente colpite dal conflitto Russia-Ucraina, hanno sottoperformato.

Noi prediligiamo gli investimenti a più breve termine, come il credito societario in valuta forte, che tende a sovraperformare in un contesto di tassi in aumento.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.