“Sotto i riflettori”
L’economia globale deve fare i conti con l’aumento dei casi di Covid-19 e con il conseguente inasprimento delle restrizioni, soprattutto in Europa. Il timore che le limitazioni alla mobilità possano mettere ancor più a rischio una ripresa economica precaria pesano sui mercati finanziari internazionali. L’indice USA della volatilità (VIX) dell’S&P 500, una sorta di “barometro della paura” sul mercato azionario, ha registrato un rialzo superiore al 30%. E la stagione di pubblicazione degli utili, che sinora si era rivelata migliore del previsto, è passata in secondo piano.
In Europa nell’ultimo periodo gli indicatori anticipatori e del sentiment hanno perso slancio e negli USA numerosi dati macroeconomici ad alta frequenza restano ben al di sotto dei livelli pre-Covid.
Il momentum sull’economia infatti aveva evidenziato una significativa decelerazione già prima del recente aumento dei contagi, a riprova del rischio di un considerevole rallentamento della crescita (non solo negli USA) nell’ultimo trimestre del 2020.
Quanto alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, quasi 60 milioni di cittadini americani (circa il 40% degli aventi diritto) hanno già votato per corrispondenza. Il dato è nettamente superiore a quello del 2016 (47 milioni di votanti). Se i recenti sondaggi si riveleranno corretti, i Democratici potrebbero fare un “en plein” e conquistare la maggioranza in entrambe le camere del Congresso. I mercati finanziari sembrano scontare tale scenario, che accrescerebbe le probabilità di un pacchetto di stimoli fiscali superiori al previsto: si parla addirittura di USD 7.000 miliardi. Di conseguenza, i rendimenti dei Treasury sono saliti (di quasi 30 punti base dai minimi di agosto) e il dollaro USA si è svalutato.
Gli USA non sono l’unica area geografica sotto i riflettori.
In Europa i negoziati sulla Brexit sono entrati nella fase conclusiva e in Cina l’attenzione sarà catalizzata dal 14esimo piano quinquennale. Sebbene dopo la riunione saranno comunicate solo le linee guida generali della politica economica – i dettagli per il periodo 2021-2025 saranno probabilmente adottati dall’Assemblea nazionale del popolo in marzo – eventuali dichiarazioni circa i piani economici di Pechino saranno accolte con grande interesse alla luce del conflitto commerciale e della strategia “Made in China 2025” (o “Dual Circulation” come è stata recentemente ribattezzata).
La settimana prossima: focus sul mercato del lavoro USA
La prossima settimana, il primo dato pubblicato negli USA sarà il PMI (indice dei responsabili degli acquisti) manifatturiero dell’ISM. Il consensus stima un lieve miglioramento, ma potremmo assistere a una parziale decelerazione del momentum per via dell’aumento dei contagi. Lo stesso potrebbe valere per il PMI dei servizi, previsto per mercoledì. Martedì saranno resi noti i dati sugli ordinativi e mercoledì sarà la volta del report mensile sull’occupazione nel settore privato. Negli USA la prossima settimana sarà all’insegna dei dati sul mercato del lavoro. Oltre alle richieste settimanali – iniziali e di rinnovo – di sussidi di disoccupazione (giovedì) conosceremo i dati sull’occupazione al di fuori del settore agricolo e il tasso di disoccupazione di ottobre (venerdì). A confronto la decisione della Fed sui tassi, attesa per giovedì, passerà in secondo piano.
Martedì le vendite al dettaglio nell’Area Euro faranno chiarezza sull’entità dell’impatto della Covid-19 sui consumi delle famiglie.
Quanto ai singoli Paesi, in Germania l’attenzione si concentrerà sulle vendite al dettaglio (previste per giovedì), sui nuovi ordinativi (sempre giovedì) e sulla produzione industriale (venerdì). Nel Regno Unito giovedì i riflettori saranno puntati sulla Bank of England. Gli effetti della pandemia di coronavirus sull’economia e la conclusione del programma di acquisto di bond a fine anno potrebbero riaccendere il dibattito circa gli stimoli monetari.
In Asia, la Cina sarà ancora una volta al centro della scena. All’inizio della settimana (precisamente lunedì) il PMI manifatturiero per il settore privato di Caixin potrebbe indicare un leggero rallentamento, ma la ripresa e la normalizzazione dovrebbero proseguire. Segnali analoghi potrebbero giungere dai dati sugli scambi con l’estero attesi nel fine settimana.
Possibile smobilitazione delle posizioni attendiste
Alla luce del posizionamento sul mercato delle opzioni, gli investitori adottano ancora un approccio attendista – o addirittura difensivo – a causa dell’incertezza legata alle ormai prossime elezioni presidenziali negli USA e ai negoziati su stimoli fiscali negli Stati Uniti e Brexit. Tuttavia, potremmo assistere a una rapida inversione di tendenza: in passato gli asset rischiosi (come le azioni) hanno spesso registrato afflussi netti di capitali dopo le presidenziali USA. Secondo la American Association of Individual Investors (AAII) il mese scorso la percentuale di tori tra gli investitori statunitensi (su un orizzonte di sei mesi) è salita dal 25% al 36%.
Redazione
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