A cura di Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings (“S&P”)

Diversi Paesi dell’Eurozona stanno affrontando quelle che quelle che sembrano essere sfide contrapposte: ridurre il debito del settore pubblico in rapporto al PIL. E, al contempo, incrementare la produttività. Non è un compito facile. Ma il successo della Svezia alla fine degli anni ’90 potrebbe fornire un modello per una soluzione basata sull’applicazione di nuove normative di bilancio e sull’allocazione efficiente del risparmio privato.

Cosa sta accadendo

Francia, Italia e Belgio si trovano ad affrontare la duplice sfida di risanare le proprie finanze pubbliche e incrementare la produttività. Si tratta di un compito non facile e apparentemente contraddittorio: una ripresa della produttività contribuirebbe al consolidamento fiscale. Ma non necessariamente il contrario.

Con i mercati finanziari e la Commissione europea alla ricerca di piani ambiziosi, i tre Paesi potrebbero guardare all’esempio di un’altra economia sviluppata con abbondanti risparmi privati che ha affrontato la stessa sfida.

La Svezia ha dimezzato il proprio debito pubblico al 37,5% del PIL nel 2007, rispetto al 69% del 1996, senza abbandonare il proprio modello sociale e senza frenare la crescita.

Al contrario, in questi dieci anni la crescita media annua è stata mantenuta a oltre il 3%, non è caduta in recessione in nessun anno e ha registrato un aumento del 30% della produttività oraria del lavoro e dell’intensità del capitale.

Perché è importante

I Paesi europei non possono fare affidamento sulla ripresa economica ciclica per risanare le finanze pubbliche e ripristinare la produttività. In assenza di cambiamenti strutturali, gli investitori nazionali ed esteri potrebbero non essere più disposti a ignorare i rischi associati agli onerosi debiti sovrani, riducendo la loro capacità (o almeno la loro propensione) di investire.

Ciò potrebbe comportare un aumento degli spread del debito sovrano dei Paesi e potrebbe costringere la Banca Centrale Europea (BCE) a riprendere il programma di acquisto del debito sovrano.

L’Europa dispone di ampi risparmi privati che potrebbero essere allocati in modo più efficiente a sostegno delle piccole imprese innovative, con una conseguente crescita della produttività che aiuterebbe la regione a mantenersi all’avanguardia tecnologica. Senza interventi, le principali economie europee potrebbero continuare a perdere quote di mercato, compromettendo il commercio globale che è stato un’importante fonte di crescita negli ultimi trent’anni.

Cosa seguirà

S&P seguirà attentamente i dibattiti sui bilanci nazionali di quest’autunno, in particolare nei Paesi che la Commissione europea ha segnalato per le procedure di deficit eccessivo. Inoltre, S&P monitorerà da vicino il processo di miglioramento dell’applicazione delle nuove regole fiscali europee.

Allo stesso tempo, S&P auspica un’allocazione più efficiente dei risparmi privati in Europa, con particolare riferimento ai progressi nell’uso di prodotti pensionistici a lungo termine, sia all’interno sia al di fuori del quadro dell’unione dei mercati dei capitali.

 

 


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Redazione

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