Intervista a Francesco Sedati, Responsabile Fundamental Research di Eurizon Am

A dispetto delle tensioni politiche interne al Paese e degli effetti nefasti imputabili alla diffusione del Covid-19, il sentiment rialzista sui titoli tecnologici Usa continua a essere spumeggiante. Cosa vi aspettate per il 2021?

Non c’è dubbio che la tecnologia sia emersa come uno dei settori vincenti dalla pandemia. La crisi ha contribuito a cambiare i comportamenti dei consumatori in modo significativo accelerando trend già presenti nel mercato.
E-commerce, smart working, social networks hanno permesso all’economia di continuare a funzionare durante i lockdown. E proprio per questo il mercato di riferimento per le società di tecnologia, fino a qualche anno fa limitato ai giovani, si è allargato enormemente includendo tutta la popolazione.
Per questo motivo ci aspettiamo che i ricavi e gli utili delle aziende tecnologiche americane continuino nel loro trend di crescita sia nel 2021 che negli anni successivi.
Riteniamo tuttavia improbabile che il settore ripeta la performance eccezionale del 2020 anche nel 2021: in primo luogo sarà difficile che la crescita possa accelerare ulteriormente rispetto a quella dell’anno passato e le valutazioni hanno raggiunto livelli molto elevati.
Inoltre, l’amministrazione Biden potrebbe creare ostacoli al settore sia in termini di regolamentazione sia di tassazione più elevata.
La capitalizzazione dei titoli tecnologici Usa ha superato quella dell’intero mercato azionario europeo. La capitalizzazione della sola Apple vale quanto il Pil italiano. E’ tutto oro quel che luccica?
È importante chiarire che non ci troviamo davanti ad una bolla simile a quella del 2000. La maggior parte delle società tecnologiche, e in particolare quelle più grandi, generano profitti enormi e hanno quantità elevate di cassa sui loro bilanci.
Tuttavia, proprio per questi enormi profitti e la posizione dominante che molte aziende hanno raggiunto nel loro mercato di riferimento le autorità di vigilanza sulla concorrenza hanno aperto numerose indagini, che potrebbero portare a una separazione forzosa di alcune attività.
In aggiunta Biden ha promesso un aumento delle tasse sulle aziende americane e una forte limitazione all’utilizzo di paradisi fiscali (adoperati da molte società tecnologiche) per finanziare le sue iniziative di spesa.
In sostanza, nonostante il trend di crescita rimanga molto positivo, pensiamo che il settore tecnologico possa avere in futuro un ruolo meno dominante di quanto visto nel decennio passato e che altri settori, ad esempio le società legate alla green economy, possano emergere come leader di mercato.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

