Intervista a Filippo Garbarino, gestore azionario internazionale Lemanik

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A dispetto delle tensioni politiche interne al Paese e degli effetti nefasti imputabili alla diffusione del Covid-19, il sentiment rialzisti sui titoli tecnologici Usa continua a essere spumeggiante. Cosa vi aspettate per il 2021?

Il mercato è solito riflettere nelle quotazioni correnti quanto si aspetta avverrà nel prossimo futuro. A prima vista, la recenti seconde e terze ondate della pandemia unite alle tensioni politiche in USA, dovrebbero causare una correzione del mercato, titoli tecnologici compresi.

Filippo Garbarino, Lemanik

Tuttavia, al mercato interessa di più quanto accadrà nei prossimi mesi, piuttosto che quello che sta accadendo oggi. Sul fronte della pandemia, il mercato si aspetta un graduale miglioramento grazie alla diffusione dei vaccini, che verrà seguito da una riapertura delle economie mondiali.

Sul fronte politico, il cambio di amministrazione in USA dovrebbe portare maggiore stabilità. Questi due fattori non possono che portare giovamento all’economia, ai mercati e ai titoli tecnologici. Pertanto, si ritiene che i recenti rialzi siano giustificati e che possano proseguire nel 2021.

La capitalizzazione dei titoli tecnologici Usa ha superato quella dell’intero mercato azionario europeo. La capitalizzazione della sola Apple vale quanto il Pil italiano. E’ tutto oro quel che luccica?

Il settore tecnologico USA è estremamente vasto e riteniamo inopportuno fare delle generalizzazioni. Software, hardware, semiconduttori, internet, e-commerce sono solo alcuni dei segmenti principali del settore tecnologico.

Ciascun segmento è caratterizzato da parametri differenti quanto a crescita, generazione di cassa e valutazione. In molti casi, le capitalizzazioni di mercato delle aziende sono cresciute parallelamente ai loro utili.

Le valutazioni pertanto non destano preoccupazione poiché riflettono semplicemente un miglioramento dei fondamentali aziendali sottostanti. In altri casi invece, c’è stata una biforcazione tra utili e valore di mercato, con conseguente scostamento del rapporto Prezzo / Utili.

La capitalizzazione di Apple negli ultimi anni è cresciuta di più rispetto ai suoi utili. Questo trend ha portato il rapporto Prezzo / Utili di Apple da un valore di circa 10-12x (fine 2015) a un valore di circa 31x (inizio 2021).

L’elevata valutazione corrente sconta un futuro roseo per Apple e l’azienda. Per mantenere tali livelli dovrà continuare a crescere in un mercato di riferimento che appare affollato.

Un campanello di allarme che riteniamo giusto evidenziare sono le valutazioni di alcuni recenti IPO. Molte di queste sono aziende che non producono ancora utili e con modelli di business non ancora comprovati. In alcuni casi, vi sono somiglianze con quanto accaduto negli anni 1999-2000.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.