A cura di Rocco Bove, head of Fixed Income e di Massimo Trabattoni, head of Italian Equity, di Kairos Partners Sgr
I mercati finanziari si muovono tra incertezza e opportunità, con l’attenzione che oscilla tra la resilienza del ciclo economico e l’impatto delle tensioni geopolitiche. Se da un lato il comparto obbligazionario si trova in una fase di relativa stabilità, dall’altro quello azionario deve fare i conti con una volatilità persistente.
Bond: tra strategia e tattica
Il mondo si fa sempre più complesso, con tanti temi geopolitici che ci tengono impegnati. Sul fronte obbligazionario è importante distinguere tra la strategia di lungo periodo e la tattica quotidiana. Negli ultimi mesi, le aspettative sui tassi della Fed sono cambiate rapidamente: dai sette-otto tagli previsti a inizio anno, a una fase in cui sembrava che i tassi non sarebbero scesi affatto, fino a un recente ritorno delle aspettative di allentamento monetario alla luce di dati economici più deboli.
Il quadro generale, però, rimane quello di un ciclo economico globale resiliente. Nonostante un massiccio tightening delle banche centrali, il sistema ha tenuto bene, soprattutto negli Stati Uniti. Mentre in Europa ci sono differenze geografiche più marcate. L’inflazione, pur in calo, fatica a raggiungere il target del 2%, e probabilmente le banche centrali stanno iniziando ad accettare un livello più vicino al 3%”.
In questo contesto, il mercato obbligazionario sta attraversando una fase di relativa stabilità. Il carry, ovvero il rendimento cedolare, è tornato protagonista. Parliamo di una situazione Goldilocks per il mondo bond: un ciclo economico che regge, inflazione sotto controllo e banche centrali pronte a intervenire.
Equity: tra volatilità e selettività
Anche nel comparto azionario la selettività diventa cruciale. La volatilità quest’anno sta facendo da padrona. Pensavamo che l’inflazione potesse rientrare, ma è evidente che un certo livello sia fisiologico e persino salutare, considerando l’enorme stock di debito accumulato dai governi.
L’Europa ha iniziato l’anno con una performance superiore rispetto agli Stati Uniti. Abbiamo visto un inizio d’anno interessante per il Vecchio Continente, mentre il Nasdaq era addirittura in negativo fino a pochi giorni fa. Tuttavia, il mercato resta esposto a fattori di incertezza: la presenza quotidiana di Donald Trump in prima pagina è un elemento che, indipendentemente dalle opinioni politiche, aggiunge ulteriore volatilità ai mercati.
Nonostante ciò, le valutazioni restano interessanti. Molti settori sono sottovalutati e potrebbero beneficiare di una normalizzazione delle tensioni macroeconomiche e geopolitiche. Oggi c’è una corsa agli investimenti legati al riarmo, ma pochi guardano ai settori ciclici che, nel medio termine, potrebbero offrire grandi opportunità.
L’Europa tra Bce e nuove opportunità
Sul fronte obbligazionario, l’Europa potrebbe vivere un percorso meno accidentato rispetto agli Stati Uniti. La Bce sembra avere una strada più semplice rispetto alla Fed. L’economia dell’Eurozona è più fragile, con Germania e Francia in difficoltà, il che potrebbe rendere il percorso di easing della BCE più agevole.
L’equity europeo, dal canto suo, potrebbe trarre vantaggio da un cambiamento normativo. Il regolatore europeo sta iniziando a modificare il proprio approccio, dopo anni in cui il settore bancario era visto come un rischio sistemico, oggi vediamo un atteggiamento più permissivo, con maggiori possibilità di generare utili e distribuirli.
Lo stesso potrebbe avvenire in altri settori, come l’automotive e le telecomunicazioni, dove la regolamentazione eccessivamente rigida ha frenato gli investimenti.
Infine, un altro tema chiave potrebbe emergere nei prossimi mesi. Se infatti oggi il focus è sul riarmo, presto si parlerà di ricostruzione. Se si raggiunge una pace, si tornerà a guardare agli investimenti per la ripresa economica, con impatti positivi sui settori ciclici e sul costo dell’energia. Un rilassamento dei prezzi energetici aiuterebbe la Bce nel percorso di easing, riducendo ulteriormente le pressioni inflattive e offrendo nuove opportunità per bond e azioni.
Il 2025 si prospetta dunque come un anno di transizione, con una volatilità ancora presente ma anche con nuove occasioni di investimento per chi saprà navigare tra tassi, geopolitica e cambiamenti normativi.
Redazione
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