I Treasury a lunga scadenza potrebbero cominciare ad essere percepiti come investimenti concorrenziale all’equity. Mark Dowding, Fixed Income CIO, RBC BlueBay AM
Nella prossima settimana, la nostra attenzione si concentrerà sulla possibilità che i rendimenti statunitensi continuino a salire, superando i livelli di supporto che, in passato, sono riusciti a bloccare questo movimento in diverse occasioni.
A questo proposito, se i Treasury trentennali supereranno la soglia del 5% potremmo vedere un movimento più rapido verso il 5,25%, con una curva destinata a irripidirsi.
Se ciò dovesse verificarsi, pensiamo che questo potrebbe iniziare a pesare sulla propensione al rischio più in generale, in quanto gli investitori in asset a lunga duration, come le azioni, riflettono su un aumento del tasso di sconto per i flussi di cassa futuri – non che, per il momento, tale analisi sembri essere molto considerata dalla comunità degli investitori retail statunitensi!
In questo modo, c’è il rischio che se gli altri mercati ignorano l’azione dei prezzi dei Treasury, i rendimenti possano continuare a muoversi verso l’alto fino a quando non inizieranno a tenere conto di questi segnali. Tuttavia, prevedere quando questo possa avvenire, e persino se avverrà, è un’operazione soggetta a molte incertezze.
In questo contesto, mantenere una posizione di rischio relativamente bassa e cercare opportunità nei mercati e negli asset in cui i prezzi si sono già dislocati e appaiono fuori linea (come nell’esempio della curva giapponese 10/30) rimane un approccio interessante per noi.
Detto questo, potremmo pensare che un irripidimento della curva statunitense appaia interessante anche come potenziale copertura degli asset di rischio. A questo proposito, l’indebolimento dei dati economici che suggeriscono una paura della crescita, che pesa sugli asset di rischio, dovrebbe rendere più ripida la curva, in quanto i rendimenti a breve scadenza si apprezzano maggiormente rispetto a quelli a lungo termine. Nel frattempo, se il mercato obbligazionario dovesse subire un’inversione di tendenza più ampia, ciò avverrebbe anche nel contesto di un irripidimento della curva.
Inoltre, rimane difficile prevedere le condizioni che porteranno a un nuovo appiattimento della curva dei rendimenti nei prossimi mesi, a meno che la Fed non cerchi di aumentare i tassi, cosa che rimane molto improbabile.
Le operazioni di steepening sono consensuali, ma si è tentati di pensare che – sebbene tali posizioni offrano un carry negativo del rendimento – l’asimmetria intrinseca verso una curva più ripida renda conveniente adottare e mantenere questa posizione, ora che la parte anteriore della curva statunitense sconta solo un modesto allentamento della Fed nei prossimi mesi.
Naturalmente, è possibile che il mercato dei Treasury continui a scambiare in un range e che i livelli di supporto si mantengano. I timori di natura fiscale a breve termine potrebbero essere esagerati e la fine del mondo potrebbe non essere vicina. Tuttavia, sembra che si sia tentati di pensare che l’atteggiamento dell’amministrazione statunitense nei confronti del debito e del mercato obbligazionario in generale cambierà solo quando i mercati la costringeranno a cambiare.
A questo proposito, occorre chiedersi se i politici siano compiacenti rispetto ai rischi. Devono capire che “grande” non equivale a “bello” agli occhi del mercato.
Redazione
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