Il costante aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi, accompagnato da una nuova fase di indebolimento del dollaro, rappresenta uno dei segnali più chiari delle tensioni che attraversano i mercati finanziari internazionali.

Gli investitori osservano con crescente attenzione l’evoluzione della situazione fiscale degli Stati Uniti, in attesa di capire quale sarà la versione definitiva della prossima legge di bilancio americana, ancora oggetto di dibattito politico.

A definire la manovra come «a big beautiful bill» è stato Donald Trump, ma dietro questa definizione ambiziosa si nascondono numerose incognite.

In particolare, preoccupano le prospettive a medio termine della spesa pubblica e del deficit, che potrebbero mettere sotto pressione il mercato del debito sovrano e alimentare ulteriori rialzi nei rendimenti dei Treasury.

In questo contesto, il ruolo dei Treasury come indicatore chiave della fiducia degli investitori verso l’economia americana torna al centro dell’attenzione.

L’incremento dei rendimenti riflette sia le attese su una politica fiscale espansiva, sia i dubbi sulla capacità del governo di contenere il debito pubblico in un quadro già caratterizzato da rallentamento della crescita e persistenti incertezze geopolitiche.

Questa situazione è approfondita nella nostra cover story di giugno, dove raccogliamo i principali commenti e analisi degli esperti sulle prospettive future dei Treasury, sull’equilibrio dei mercati valutari e sulle implicazioni per la stabilità economica globale.

Treasury nella tempesta