Intervista a Teresa Gioffreda, Client Relationship manager di UBS AM in Italia

 

La Borsa di Tokyo ha mostrato una buona tenuta a dispetto degli eventi che hanno fatto impennare la volatilità sui mercati azionari. Quali sono a vostro parere i fattori che hanno consentito all’equity nipponico di centrare questo risultato?
Teresa Gioffreda

Prima dell’intensificarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, le azioni giapponesi avevano realizzato performance migliori dei mercati globali, beneficiando soprattutto nel mese di febbraio di una solida ripresa degli utili delle aziende.

È importante inoltre ricordare che la composizione del mercato giapponese è più spostata su aziende cicliche, ovvero i cui utili aziendali sono in larga misura legati alla salute dell’economia globale, a differenza ad esempio di quello statunitense, che ha una composizione più orientata verso aziende le cui valutazioni sono sensibili all’andamento dei tassi di interesse.

Nonostante le restrizioni locali dovute alla pandemia, le aziende giapponesi hanno pertanto beneficiato della ripresa economica globale e della domanda estera, sebbene i problemi di approvvigionamento nella filiera produttiva abbiano limitato le potenzialità del settore delle automobili. Quelle statunitensi invece hanno sofferto della salita dei rendimenti legata alla salita dell’inflazione e ai timori di una politica monetaria più restrittiva della Fed.

Spostando l’attenzione al medio-lungo termine, quali prospettive delineate per il mercato azionario giapponese?

Abbiamo iniziato l’anno con un sovrappeso sul Giappone, poiché pensavamo potesse beneficiare della crescita globale in atto, che però nel breve è messa in discussione dal conflitto tra Russia e Ucraina. Non abbiamo visibilità sulla durata del conflitto in questo momento e, purtroppo, sembra che possa durare più di quanto inizialmente sperato.

Riteniamo però che questo evento possa avere un effetto analogo alla pandemia, ovvero di uno shock temporaneo sulla crescita economica globale, che dovrebbe perciò riprendere quando si arriverà a una soluzione. Guardando in modo specifico al mercato giapponese, possiamo essere costruttivi in un’ottica di medio lungo termine per diversi fattori.

Il Giappone dovrebbe beneficiare della ripresa della crescita cinese, uno dei suoi principali partner commerciali, e gli importanti stimoli fiscali introdotti a dicembre dello scorso anno dal nuovo governo, pari a 55.7 trilioni di yen, ovvero ben il 10.3% del PIL, dovrebbero iniziare a supportare la crescita economica nei prossimi mesi.

Inoltre, il ministro dell’economia giapponese ha anche lasciato intendere che potrebbe implementare ulteriori misure accomodanti, nel caso in cui prezzi più elevati dell’energia dovessero pesare sulla crescita.

Anche la politica monetaria continua a essere accomodante e i livelli dell’inflazione, seppur in salita, sono ancora intorno all’1-1.5%. Pertanto non dovrebbero far invertire la rotta della banca centrale. Un rischio potrebbe essere posto dalla forza dello yen, a causa del suo ruolo di moneta rifugio, che potrebbe porre un freno alle esportazioni. Ma ricordiamo anche che il paese è stato per diverso tempo sottopesato nei portafogli globali e dopo la sottoperformance degli anni passati, le valutazioni sono interessanti.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.