Intervista a Teresa Gioffreda, Client Relationship Manager di UBS AM in Italia

 

La Fed ha comunicato che il primo ritocco ai tassi dovrebbe arrivare a marzo. Fin dove credete possa spingersi il rendimento del Treasury decennale nel corso del 2022 e quale forma potrebbe assumere la curva dei tassi Usa?

Riteniamo che quest’anno i rendimenti del Treasury decennale statunitense possano muoversi in un ampio intervallo compreso tra l’1,50%, in caso di soprese negative sulla crescita che però per noi al momento hanno una bassa probabilità di realizzarsi, e il 2,25%, in caso di timori relativi ad un’inflazione più elevata o più persistente, legata ad esempio a una continua ripresa del mercato del lavoro e pressioni sui salari, che possano far pensare a una Fed più aggressiva di quanto attualmente i mercati si aspettano.

Teresa Gioffreda

Questi livelli non sono molto più elevati rispetto a quelli già raggiunti in questa prima parte dell’anno, pertanto riteniamo siano gestibili dal mercato. Per quel che riguarda la forma della curva, ci aspettiamo che possa diventare più ripida rispetto ai livelli attuali.

Dopo i recenti movimenti, riteniamo che i tassi a breve siano già saliti scontando ampiamente la politica monetaria più restrittiva della FED. Mentre la parte a lunga a nostro avviso ha ancora livelli di rendimenti relativamente bassi e ci aspettiamo una maggiore salita su questo segmento.

In questa fase di mercato quali tipologie di titoli di Stato Usa ritenete sia opportuno inserire in portafoglio?

Preferiamo avere un approccio diversificato e flessibile soprattutto sulle obbligazioni governative quest’anno, anche se in generale ci aspettiamo di vedere rendimenti in salita sia negli Stati Uniti sia nei principali mercati obbligazionari dei paesi sviluppati.

Focalizzandoci sul mercato statunitense, al momento preferiamo la parte a breve della curva, quindi scadenze fino ai due anni. Sottopesiamo invece le scadenze più lunghe, dove riteniamo che i tassi possano salire maggiormente.

Inoltre, rendimenti bassi portano ad avere una duration sempre più lunga dei titoli di stato e la volatilità è sempre più elevata, più prossima a quella del mercato azionario che a quella che siamo storicamente abituati a vedere sul mercato obbligazionario; di conseguenza, anche in termini profilo rischio rendimento pensiamo che questa parte della curva sia meno interessante.

Abbiamo anche un leggero sottopeso sulla parte dei titoli statunitensi legati all’inflazione al momento, poiché riteniamo che stiano già scontando un elevato livello di inflazione rispetto a quella che potrebbe realizzarsi nei prossimi mesi.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.