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Come la BCE, anche la Bank of England è intenzionata a portare avanti il programma di acquisto di obbligazioni e mantenere i tassi bassi. La BoE valuta addirittura un regime di tassi negativi. L’economia britannica è in una posizione difficile per via della pandemia e dei negoziati post-Brexit con l’UE. Di conseguenza, la traiettoria e il ritmo della ripresa avviata a maggio 2020 sono estremamente incerti.

Il PIL dovrebbe diminuire del 10%-12% nel 2020 ma, in previsione di un parziale successo delle misure di contenimento del coronavirus e del raggiungimento di un accordo commerciale con l’UE, ci aspettiamo che torni a crescere nel 2021.

Vi sono alcuni aspetti comunque positivi:

Settori fortemente colpiti come hotel, servizi alimentari, trasporti, tempo libero, dovrebbero registrare buoni tassi di crescita annua da livelli depressi.

– È attesa una significativa espansione del settore della logistica, trainato dall’accelerazione dell’e-commerce.

– Il settore dell’edilizia dovrebbe beneficiare delle misure fiscali volte a sostenere gli investimenti infrastrutturali.

Nel complesso crediamo che l’economia britannica tornerà ai livelli pre-lockdown entro la fine del 2021. Ma le nostre attese potrebbero variare in maniera significativa a seconda della durata e della gravità della pandemia di Covid-19.

Ci aspettiamo che l’inflazione passi dall’1% nel 2020 all’1,6% nel 2021 in seguito alla normalizzazione dei prezzi dell’energia, al venir meno degli effetti della temporanea riduzione dell’IVA e all’accelerazione della debole crescita salariale.

Nel 2021 il deficit di bilancio del Regno Unito dovrebbe scendere al 7% circa, un netto calo rispetto ai livelli del 2020. Ma non si escludono nuovi pacchetti di stimoli fiscali a sostegno dell’economia.

In ogni caso, una volta che la ripresa economica sarà completa, occorrerà ridurre la spesa fiscale in un’ottica di lungo periodo al fine di ridimensionare il debito pubblico. La BoE dovrebbe portare avanti una linea monetaria espansiva tramite tassi di interesse bassi/negativi e acquisti di asset. E potrebbe addirittura optare per una politica ancora più accomodante a seconda dell’andamento dell’economia.

Date le problematiche del Regno Unito, ci aspettiamo una maggiore volatilità a breve. Pertanto, ribadiamo l’importanza di un approccio attivo all’investimento nelle obbligazioni e nelle azioni britanniche, che presentano un’esposizione relativamente elevata agli sviluppi internazionali.

Tuttavia, segnali positivi nella lotta al coronavirus e un accordo di libero scambio Regno Unito-UE (invece di uno scenario “no-deal”) potrebbero rappresentare opportunità di acquisto.


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Redazione

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