I commenti degli esperti di Neuberger Berman, abrdn, AllianzGI, Pimco e Carmignac in vista della riunione della Bce fissata per oggi
Patrick Barbe, head of european investment grade fixed income di Neuberger Berman
Per giovedì ci aspettiamo una Bce attendista, con l’annuncio di un orientamento neutrale e l’inizio delle discussioni per rivalutare la politica monetaria sulla base delle nuove proiezioni macroeconomiche. La Bce dovrebbe rimanere cauta, affermando che il rischio di inflazione non è superato, ma che vi sono più possibilità di tagliare che di aumentare l’anno prossimo. Le discussioni dovrebbero riguardare la politica dei tassi e la fine anticipata del Pepp. Le nuove proiezioni della Bce sulla crescita e sull’inflazione dovrebbero essere il risultato principale di questa riunione. Le precedenti previsioni prevedevano un aumento dei prezzi dell’energia per l’inverno e, a lungo termine, un’inflazione superiore all’obiettivo massimo della Bce del 2%. Ci aspettiamo che possa evolvere verso il basso. Il tasso di riferimento della Bce ha raggiunto il 4%, il livello più alto dalla nascita dell’Eurozona. La Bce vuole assicurarsi che il balzo dell’inflazione globale non si propaghi all’inflazione domestica attraverso un forte aumento dei salari. Questo rischio sembra diminuire in modo significativo, il che implica che la Bce dovrebbe tornare a una normale politica monetaria restrittiva corrispondente a una crescita economica potenziale intorno al 3%. Inoltre, il rischio di una recessione prolungata potrebbe comportare ulteriori tagli al di sotto della soglia del 3%.
Felix Feather, economista di abrdn
A fronte di una disinflazione più rapida del previsto nell’Eurozona, in occasione della riunione del Consiglio direttivo la BCE non aumenterà ulteriormente i tassi, ma nemmeno li ridurrà.
L’ultimo aggiornamento delle proiezioni dello staff della BCE, arrivato a settembre, segnalava un’inflazione media del 3,3% per il quarto trimestre. Ma a due mesi dall’inizio del trimestre abbiamo visto valori del 2,9% e del 2,4%. Pertanto, le previsioni di inflazione della banca per il 2024 dovranno probabilmente essere riviste al ribasso. Anche le previsioni di crescita saranno probabilmente riviste al ribasso, dopo la contrazione dello 0,1% del terzo trimestre.
Già prima di queste sorprese negative, la maggior parte dei funzionari sembrava soddisfatta che i tassi fossero a un livello sufficientemente alto da riportare l’inflazione verso l’obiettivo. Pertanto, non ci aspettiamo un rialzo nel corso di questa riunione. Anzi, se si guarda al solo flusso di dati, un taglio sembra una proposta ragionevole. Ma i funzionari sono stati abbastanza chiari sul fatto che questo non è contemplato per il momento. La BCE si aspetta che l'”ultimo miglio” della disinflazione sarà impegnativo. Infatti, l’inflazione potrebbe salire a dicembre.
Dal momento che una modifica dei tassi d’interesse appare improbabile, gli investitori dovrebbero prestare attenzione a due elementi che potrebbero smuovere i mercati. Il primo è una modifica della politica di reinvestimento del PEPP, che Isabel Schnabel ha suggerito di mettere in agenda. Il secondo è il grado di reazione contro la previsione del mercato di un forte ciclo di tagli nel 2024 nella definizione della decisione.
Se il linguaggio relativo al mantenimento dei tassi ai livelli attuali per un periodo sufficientemente lungo sarà ammorbidito, potrebbe essere un segnale che la banca stia spianando la strada a tagli più rapidi del previsto.
Franck Dixmier, global CIO fixed income di Allianz Global Investors
- Data la recente decelerazione dell’inflazione, la BCE dovrebbe lasciare i tassi invariati nella prossima riunione di politica monetaria.
- È probabile che la BCE rimanga cauta riguardo alle prossime mosse e sottolinei i fattori che sta tenendo monitorati, come la crescita dei salari e gli effetti base legati ai prezzi dell’energia.
- Le aspettative degli investitori di un taglio dei tassi già a marzo sembrano eccessive, e quindi il significativo calo dei tassi a lungo termine che si è recentemente registrato rimane fragile. Dopo il recente rally, è probabile una pausa o addirittura una correzione.
Konstantin Veit, Portfolio Manager di Pimco
Prevediamo che la BCE manterrà invariati i tassi di riferimento nella riunione di dicembre. Attualmente il mercato si aspetta circa sei tagli per il prossimo anno, a partire già da marzo.
Rimaniamo scettici sul fatto che la BCE taglierà i tassi così presto come il mercato sta prezzando, poiché le prospettive sull’inflazione sottostante rimangono incerte. Non ci aspettiamo che nella riunione di dicembre la BCE apporti modifiche radicali alle indicazioni di reinvestimento.
Attualmente la BCE intende reinvestire le scadenze del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) almeno fino alla fine del 2024. Sebbene i reinvestimenti flessibili del PEPP rimangano la prima linea di difesa sul fronte anti-frammentazione, è probabile che la BCE punti a una riduzione anticipata dei reinvestimenti del PEPP.
Sebbene la BCE possa iniziare a discutere le modifiche all’attuale strategia di reinvestimento nella riunione di dicembre, riteniamo più probabile che i dettagli operativi verranno comunicati nel primo trimestre del prossimo anno, con un roll-off parziale che probabilmente inizierà nell’aprile del prossimo anno.
Sebbene i rendimenti obbligazionari siano saliti nelle ultime due settimane, il reddito fisso appare ancora molto interessante in termini storici. Preferiamo assumere un’esposizione ai tassi d’interesse su scadenze fino a cinque anni e privilegiare i segmenti di qualità superiore dell’universo creditizio.
Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac,
Le proiezioni economiche dello staff della BCE vedranno una revisione al ribasso dell’inflazione. La domanda chiave sarà se, come sperano i mercati, la BCE indicherà un’inflazione al 2% nel 2025 e, ancora meglio, al di sotto del 2% entro il 2026.
Anche la crescita del PIL dovrebbe essere rivista al ribasso. Il rischio di recessione tecnica (due trimestri consecutivi di PIL negativo) è reale, sebbene il contesto economico prevalente nell’area sia più probabilmente quello di una stagnazione.
In questo scenario, ci si attende che Christine Lagarde dichiari la politica monetaria sufficientemente restrittiva, suggerendo che la prossima mossa della BCE sui tassi di policy sarà un taglio – ma non ci aspettiamo che venga rivelato alcun tipo di tempistica o un limite vincolante. Questo approccio può essere caratterizzato come una reazione piuttosto morbida a fronte di un atterraggio più duro dell’economia.
La seconda domanda per gli investitori riguarda l’evoluzione del bilancio della BCE. Nelle ultime settimane l’istituzione (in particolare tramite Isabel Schnabel) ha accennato al fatto che posticipare la data di riduzione del bilancio non sarebbe un grosso problema. Potremmo vedere Christine Lagarde spianare la strada a un’ulteriore riduzione del bilancio già nel primo trimestre del 2024 (mentre il reinvestimento del Pepp non dovrebbe concludersi ufficialmente prima della fine del 2024). In questo scenario, il debito periferico potrebbe essere più a rischio rispetto alle obbligazioni core, soprattutto perché l’offerta netta dovrebbe accelerare nel 2024.
Redazione
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