Inizia con questo numero di Fondi&Sicav un’inchiesta in diverse puntate sull’impegno Esg delle diverse reti.
Se fino a un paio di anni fa si trattava di un tema estremamente unificante e che veniva accettato da tutti, sia pure con maggiore o minore entusiasmo, dopo la guerra in Ucraina, che ha visto un grande ritorno di profittabilità delle forme di energia più tradizionali, la sostenibilità ha cominciato a piacere sempre meno. Un forte contributo negativo è stato dato anche dai partiti politici sovranisti in tutta Europa, che hanno attaccato senza mezzi termini le politiche green dell’Unione Europea. In pratica l’Esg, che era nato con scopi opposti, è diventato qualcosa di divisivo.
A questo punto è interessante capire come i consulenti finanziari si pongono di fronte a questi temi, che inizialmente avevano spinto molto. C’è un ripensamento della cultura green o si prosegue come se nulla fosse? Da parte di una fascia di clienti c’è un rifiuto dei prodotti con il marchio Esg?
A rispondere in questa prima puntata è Enzo Ruini, sales manager strategico per la sostenibilità di Banca Generali, società che è molto attiva su questo fronte e ha costituito all’interno della rete i sustenaible advisor, un gruppo di professionisti specializzato nell’Esg e che ha acquisito una competenza particolare in questo campo. Nel corso di una convention dedicata esclusivamente a loro, è stato creato anche un Manifesto che mette a fuoco l’impegno di questi particolari consulenti e del quale riproduciamo, come complemento all’intervista, alcuni punti cruciali.
Un po’ di numeri per cominciare: quanti sono i vostri consulenti specializzati nell’Esg? Come sono distribuiti? Qual è la loro età media? Sono solo giovani o fanno parte di questo gruppo anche consulenti senior?
«Al momento il team pilota di Banca Generali Private è composto da un nucleo di diverse decine di professionisti che, negli obiettivi della banca, raddoppierà a fine anno e triplicherà entro la fine del 2025. Rientrano in questa categoria, sia consulenti senior, sia consulenti più giovani e anche team nei quali sono affiancati banker junior a banker più esperti. Sono tutti legati dalla stessa mission e dalla medesima convinzione che una consulenza attenta ai temi della sostenibilità possa fare convergere gli interessi del cliente con una crescita di valore».
In concreto, qual è la loro attività e in che cosa si differenzia rispetto a quella degli altri consulenti?
«Si tratta di una categoria di consulenti specializzati e certificati Efpa nella conoscenza di prodotti, strumenti e best practice del mondo Esg, creata di recente dalla banca private per sensibilizzare e accompagnare i clienti nelle loro scelte di investimento. Il team è stato selezionato sulla base della composizione dei portafogli, della redazione dei report di sostenibilità, della capacità di screening di fondi sostenibili e del grado di orientamento sui temi Esg. Appoggiandosi alla piattaforma proprietaria creata con MainStreet Partners, i banker illustrano gli investimenti in grado di incontrare le ambizioni dei clienti in tema di sostenibilità, indirizzandoli verso i prodotti che maggiormente intercettano le loro priorità Esg. Questa categoria di consulenti si differenzia dagli altri anche per una formazione specifica in tema di sostenibilità».
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Redazione
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