Qualsiasi sorpresa al rialzo porterà probabilmente a un’accelerazione del ‘tapering’ e a un rialzo dei tassi prima del previsto. In Italia attesi i numeri sulla produzione industriale di ottobre. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
Ricca l’agenda macro di oggi, venerdì 10 dicembre. Soprattutto per i dati in
arrivo dagli Stati Uniti. In rilievo in mattinata l’inflazione in Germania appena
diffusa ma anche la produzione industriale nel Regno Unito e in Italia. Market
mover della giornata è l’inflazione statunitense che dovrebbe accelerare
ulteriormente a novembre. In particolare, l’inflazione complessiva potrebbe salire
e toccare i livelli più alti dagli anni ’80. Il consensus converge su +6,8% su base
annua da +6,2% di ottobre. Il dato è fondamentale in vista del meeting Fed del
prossimo 15 dicembre: qualsiasi sorpresa al rialzo, infatti, deporrà
probabilmente a favore di un’accelerazione del ‘tapering‘ e di un rialzo dei tassi
prima del previsto. Sempre dagli Usa sono attesi anche i salari reali e la lettura
preliminare della fiducia dei consumatori.
In Germania a novembre la lettura finale dell’inflazione relativa al dato
armonizzato ha confermato la stima ‘flash’ di +0,3% su mese e +6,0% su anno.
Nel Regno Unito la stima del Pil ha registrato in ottobre +0,1% su mese, sotto le
attese per +0,4%, e +4,6% su anno, al di sotto del consensus per +4,9%. La
produzione industriale ha visto nello stesso mese un calo di 0,6% su mese (da
+0,1% atteso) e un incremento di 1,4% su anno contro +2,2% del consensus.
Dollaro poco mosso in attesa dei dati sull’inflazione Usa. Cambio euro/dollaro a
1,1290 (-0,10%), euro/yen 128,24, usd/jpy a 113,60.
Prezzi deboli stamane per il greggio che si avvia comunque ad archiviare i
maggiori guadagni settimanali da fine agosto, mentre diminuiscono i timori per
l’impatto della variante Omicron sull’economia. Il futures sul Brent è in calo dello
0,35% a USD 74,16 il barile, il WTI Usa -0,20% a USD 70,80.
Stamane il Bund future ha aperto in calo di 15 tick a 174,03, il Btp future sale
di 2 bp a 149,14. Lo spread Btp/Bund riparte da 134 pts, con il rendimento del
nostro Btp decennale fermo al 1%. Al via oggi le aste di metà mese con il
collocamento del BOT annuale offerti per EUR 6 mld. Ieri sera il Tesoro ha detto
che, in occasione delle aste a medio lungo del 14 dicembre, offrirà un massimo
di EUR 3,5 mld solo nel nuovo Btp a 3 anni. In virtù dell’ampia disponibilità di
cassa, verranno invece cancellati i collocamenti di Btp Short e Bot del 29
dicembre e quelli a medio lungo del 30 dicembre.
Apertura debole per le borse europee, con Piazza Affari in calo di circa lo
0,30% nelle prime battute. I mercati restano in attesa della pubblicazione nel
pomeriggio del dato sull’inflazione Usa. Sul listino milanese perdono Atlantia,
Ferrari, Enel, Eni, Moncler, Stm e Telecom. Tengono invece i titoli bancari.
Azionariato asiatico negativo stamane, con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
che perde l’1%, Hong Kong cede l’1,20%, Shanghai -0,18%, Seoul -0,64% e
Sidney -0,42%. Dopo una seduta di frenata per Wall Street, alla riapertura degli
scambi sui mercati asiatici la tendenza in negativo è stata quindi confermata,
mentre gli investitori attendono il cruciale dato sull’inflazione Usa, che
dovrebbe anche fornire indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve.
In novembre i prezzi alla produzione sono rimbalzati in Giappone del 9,0%
annuo, contro l’8,3% della lettura finale di ottobre e l’8,5% del consensus. La
crescita si consolida sui massimi dal gennaio 1981. Sempre in novembre i
prestiti in essere sono saliti in Cina dell’11,7% annuo, contro l’11,9% di
settembre e ottobre. La crescita si confronta con la lettura invariata all’11,9%
del consensus e si conferma sui minimi dall’11,6% del maggio 2002.
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in ribasso alla vigilia dell’atteso dato
sull’inflazione. L’S&P 500 ha perso lo 0,72%, il Nasdaq Composite l’1,71%.
Invariato il Dow Jones. Tra i titoli in evidenza Rh +5,67%. Il retailer californiano
di prodotti d’arredamento ha comunicato risultati per il terzo trimestre
superiori alle attese. CVS Health +4,50%. Il gigante sanitario ha alzato la stima
sull’utile per azione adjusted per l’esercizio in corso rispetto alla precedente
guidance. GameStop -10,37%. Il rivenditore di videogame ha chiuso il terzo
trimestre con una perdita per azione adjusted ampiamente superiore alle
attese (USD 1,39 contro il rosso di USD 0,52 del consensus).
Redazione
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