Elizabeth Kwik, Investment Director Azionario Asia di Aberdeen Investments

Le pressioni esterne potrebbero spingere la Cina ad adottare ulteriori misure di stimolo interno; le misure di ritorsione nei confronti degli Stati Uniti potrebbero essere una mossa strategica in vista del vertice APEC di fine ottobre.
La scorsa settimana abbiamo assistito a una nuova escalation delle tensioni tra Cina e Stati Uniti, quando il Ministero del Commercio cinese ha annunciato l’ampliamento delle restrizioni sull’export di terre rare, estendendo i limiti agli esportatori esteri e alle tecnologie legate alle terre rare. L’amministrazione Trump ha reagito con prontezza il giorno successivo, imponendo una tariffa del 100% su tutti i prodotti cinesi, che si aggiunge alle tariffe già esistenti. Queste mosse arrivano proprio alla vigilia dell’incontro previsto tra Trump e Xi al vertice APEC previsto per fine ottobre e hanno riacceso i timori di una nuova guerra commerciale.

Riflettendo il rinnovato malessere degli investitori, questi eventi hanno portato i titoli azionari cinesi e i mercati asiatici più ampi a chiudere prevalentemente in rosso il giorno successivo alle mosse dei due Paesi. Sebbene in parte ciò possa essere attribuito a fattori di breve durata e a prese di profitto dopo il recente rialzo, le misure di ritorsione potrebbero essere più che altro una mossa strategica in vista del vertice.
È possibile che entrambe le parti trovino alla fine un terreno comune per limitare le ripercussioni sui titoli azionari; in particolare, Trump ha già allentato le tensioni in passato, quando i titoli azionari e obbligazionari statunitensi hanno iniziato a risentire di tali escalation. Domenica ha anche assunto un tono più conciliante. Continuiamo a seguire la situazione con attenzione.
Detto questo, rimaniamo sostanzialmente ottimisti sui mercati azionari cinesi nel lungo termine.
Quest’anno i mercati della Cina continentale hanno registrato performance eccezionali, superando sia gli Stati Uniti che i principali mercati asiatici. Le pressioni esterne potrebbero stimolare ulteriormente gli stimoli interni, fondamentali per invertire la tendenza dell’economia. Le recenti politiche “anti-involuzione” del governo dimostrano quanto sia seria la sua intenzione di proteggere la crescita economica.
Dal punto di vista strutturale, i segnali sono ancora favorevoli: le valutazioni sono inferiori alla media quinquennale, i risparmi delle famiglie sono elevati rispetto alla capitalizzazione di mercato e il finanziamento a margine rimane entro i livelli storici. A ciò si aggiungono alcuni potenti fattori tematici locali, quali l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, la robotica/gli umanoidi e lo stoccaggio di energia rinnovabile, che rendono ancora interessante la Cina nel lungo termine.
Redazione
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