Usa, economia al bivio. La dinamica occupazionale suggerisce una frenata, gli investimenti in tecnologia mantengono alto il tasso di crescita. Payden&Rygel

 

MGG

La scorsa settimana la Federal Reserve ha tagliato il tasso sui Fed Funds di 25 punti base per la seconda volta dall’inizio di gennaio. Il voto si è concluso con 10 membri del FOMC favorevoli e 2 contrari: il governatore Miran si è espresso a favore di un taglio da 50 pb, mentre la presidente della Fed di Kansas City, Schmid, ha votato per lasciare i tassi invariati.

Nel tentativo di giungere a un accordo, il presidente Powell ha osservato che, per parte del Comitato, potrebbe essere arrivato il momento di fare un passo indietro per valutare se esistano effettivi rischi al ribasso per il mercato del lavoro o se, al contrario, la crescita più sostenuta osservata di recente sia effettivamente reale. In effetti, l’economia statunitense si trova ad un bivio: la dinamica occupazionale suggerisce un rallentamento, con la media mobile a tre mesi dei nuovi posti di impiego che si attesta a sole 29.000 unità ad agosto.

Parallelamente, la crescita del Pil reale per il terzo trimestre si mantiene al +3,9%, trainata dagli investimenti nel settore tecnologico. Tra i vari indicatori, quello occupazionale sembra offrire una lettura più solida delle prospettive future rispetto al Pil. Storicamente, infatti, tra i 22 trimestri in cui si sono registrati simili segnali contrastanti, nessuno ha poi sperimentato un’espansione economica duratura — a meno che l’economia non stesse uscendo da una recessione. Se così fosse, la Fed potrebbe trovarsi in una posizione di incertezza nella gestione del ciclo economico.


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Redazione

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