L’anno è cominciato nel migliore dei modi per l’investitore europeo che abbia optato per l’esposizione a Wall Street e ai Treasury senza coprirsi dal rischio di cambio
Dopo un 2019 a dir poco eccezionale, nel corso del quale i principali indici azionari statunitensi ed europei hanno realizzato performance a due cifre, il ‘barometro delle aspettative di rendimento’ formulato mediante la raccolta e l’elaborazione delle stime messe a punto dai team di gestione dei portafogli d’investimento indicava, per il 2020, una potenziale performance del 6% per l’insieme degli indici azionari statunitensi ed europei.
+14% da inizio anno per coloro che hanno preferito il Nasdaq
Tuttavia, per un investitore europeo, tale performance è stata conseguita già a metà febbraio grazie ad un mix favorevole di variabili legate all’andamento del rapporto di cambio euro/dollaro e al buon comportamento di Wall Street. Con il deprezzamento del 3,3% accumulato dall’euro rispetto al biglietto verde, per l’investitore europeo che avesse deciso a inizio anno di assumere un’esposizione all’equity Usa senza optare per una copertura del rischio di cambio, la performance sarebbe stata dell’8% se avesse optato per lo Standard and Poor’s500 e del 14% nel caso dell’indice tecnologico Nasdaq 100.
Una sovraperformance rispetto alle stime degli esperti è osservabile anche per gli investitori che prediligono i titoli di stato Usa. A gennaio, il consensus degli esperti indicava un ritorno atteso del 2,36% dal Treasury decennale per l’intero anno. Da inizio 2020 le cose sono andate molto diversamente, con il guadagno complessivo offerto dalla rivalutazione dell’usd (3,3%) e dall’apprezzamento del T-Note decennale (3,2% a causa della contrazione dei rendimenti Usa sui titoli a lunga scadenza) che tocca il 6,5%.
Cosa fare con i guadagni?
Sarebbe stato difficile per chiunque ipotizzare che il dollaro, gli indici di Wall Street e il Treasury avrebbero mostrato tanta resilienza alle tensioni geopolitiche tra Iran e Stati Uniti, alla notizia della diffusione del Coronavirus, ai rischi per l’economia planetaria e alle normali incertezze derivanti dall’approssimarsi dell’appuntamento elettorale di novembre. A questo punto si potrebbe anche essere tentati di portare a casa la performance e ridurre l’esposizione del proprio portafoglio agli indici azionari e ai titoli di stato Usa (e anche al dollaro), tuttavia, il trend rialzista del biglietto verde e i buoni risultati pubblicati dalle società a stelle e strisce sul versante degli utili, sembrano lasciare ancora spazio a performance potenziali.
Anche se è difficile ignorare che l’attuale rapporto di cambio del dollaro rispetto all’euro sia relativamente sopravvalutato (dal punto di vista della parità di potere d’acquisto), non bisogna sottovalutare la forza di un trend che punta ancora -almeno nel medio termine- ad un rafforzamento della divisa a stelle e strisce. Gli ultimi dati macro confermano che la distanza tra Usa ed Europa -a meno che non ci siano nette inversioni di tendenza- continua ad ampliarsi. Questo divario gioca tutto a favore dell’ipotesi di un ulteriore rafforzamento del dollaro.
Usd, è sopravvalutato ma può correre ancora
Per ora resta ancora una minoranza la quota di analisti che ‘vede’ il cross euro/dollaro prossimo alla parità entro la fine del 2020 (movimento che implicherebbe un rafforzamento dell’usd del 6% rispetto ai livelli attuali). Al contrario, gli analisti che credono in un’inversione del trend in corso, puntano a un ritorno del cambio a quota 1,21 entro la fine (con una svalutazione dell’usd del 12%). Tra le due posizioni estreme si posiziona la maggior parte degli esperti, che crede in un cambio vicino a 1.14 entro la fine dell’anno. In questo caso, la svalutazione del dollaro sarebbe del 5% e giustificherebbe l’adozione di una copertura dal rischio di cambio (il cui costo è attualmente del 2,18%).
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

