Performance verso una maggiore dispersione. Nella prossima fase nel cammino del settore tecnologico avremo sempre più vincitori e vinti all’interno della gara dell’AI. Luca Simoncelli, Investment Strategist di Invesco

Le prospettive di crescita del settore tecnologico rimangono intatte, come i dati di profittabilità e crescita del business pubblicati da Nvidia hanno confermato con una crescita dei ricavi in salita del 62% su base annua, la bilancia dei rischi sembra spostarsi dalle dinamiche di spesa per investimenti fissi verso la nuova configurazione dei flussi di cassa ed il crescente indebitamento delle big-tech americane.
Questi aspetti fondamentali si combinano a fattori macroeconomici instabili, ma non del tutto inaspettati per il mercato, primo fra tutti un possibile cambiamento di rotta da parte della Federal Reserve per cui il taglio dei tassi di dicembre è apparso meno probabile.
La pubblicazione del verbale dell’ultima riunione del FOMC ha confermato infatti una forte divergenza di posizioni, almeno 4 o 5 membri del comitato sembrano intenzionati a votare per una pausa nel cammino dei tagli. Il recente black-out sui dati economici è un elemento decisivo, l’unica certezza per alcuni membri votanti rimane infatti quella di un tasso d’inflazione ancora al di sopra del target.
Una lettura questa che risulta forse statica nel non considerare la tendenza negativa del mercato del lavoro e l’assenza di pressioni inflattive strutturali. La settimana scorsa sono stati pubblicati, ormai in forte ritardo, i dati sul mercato del lavoro di settembre: il numero di posti di lavoro è cresciuto di 119 mila unità, il tasso di disoccupazione è salito al 4.4% mentre il costo del lavoro si stabilizza.
Il trend degli ultimi tre mesi nella creazione di lavoro rimane debole, mentre l’aumento nel tasso di disoccupazione si avvicina ad un livello per cui la probabilità di un rallentamento economico significativo diventa concreta.
Sul finire della settimana il presidente della Fed di New York, Williams, ha portato un messaggio ben più pragmatico, confermando la sua preferenza per tagliare i tassi di 25 punti base già a dicembre. Le parole di Williams hanno un peso rilevante, non solo perché New York sia il distretto più importante nel panorama Fed, ma soprattutto perché il presidente di New York è spesso portavoce del Chairman, non è certo ma è probabile che il presidente Powell possa sposare la stessa visione.
I dati sulla fiducia delle imprese PMI segnalano una sorta di stabilità sia in Europa che negli Stati Uniti, dove il comparto manifatturiero stenta ad accelerare ma non mancano segnali prospettici positivi
In settimana saranno pubblicati i dati sul PMI ufficiale in Cina, che saranno particolarmente importanti nel valutare se il cammino di crescita dell’economia cinese sia in linea con gli obiettivi di crescita del 5% a fronte delle recenti debolezze. Allo stesso modo l’aggiornamento sull’indice IFO in Germania sarà sotto la lente del mercato per valutare gli effetti degli investimenti pubblici sull’attività industriale del paese. Negli Stati Uniti saranno le vendite al dettaglio ad aggiungere un elemento importante alla lettura nella tendenza della spesa per consumi.
In Gran Bretagna, la Cancelliera presenterà la legge di bilancio. Le revisioni al ribasso sulla futura crescita della produttività e un indebitamento del settore pubblico superiore alle aspettative, hanno lasciato il governo di fronte a un disavanzo fiscale compreso tra 15 e 30 miliardi di sterline. La settimana scorsa è emerso un presunto dietrofront sull’aumento delle aliquote d’imposta, sostituito da un mix di altre imposte minori; la reazione del mercato dei Gilt sarà fondamentale.
Redazione
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