Mentre un numero crescente di Stati europei impone lockdown pesanti alla popolazione per contenere la pandemia, il Covid-19 minaccia di causare quest’anno una recessione economica breve ma profonda in Eurozona. A dirlo non sono solo analisti ed economisti, ma la stessa Commissione Europea.
Con l’attività produttiva e nelle filiere in ginocchio e il calo dei consumi dovuto alla riduzione della mobilità pubblica, lo scenario più probabile al momento è quello di una recessione mondiale e non solo in Eurozona, dove l’organo esecutivo europeo ha esortato i governi dei singoli stati membri ad agire in fretta.
Dopo un decennio in cui per la prima volta l’Eurozona non ha vissuto alcuna recessione, nel 2020 c’è da mettere in conto una contrazione delle attività prolungata. L’adozione di restrizioni e divieti su larga scala in una regione abituata ai regimi democratici che da decenni conosce la libertà di movimento di cose e persone è uno shock socio economico di rilievo.
Ma a ogni periodo buio e di recessione, per quanto raro, fa seguito una ripresa. Si tratta soltanto di scoprire i tempi e le fattezze del ciclo. Da State Street Global Advisors inizialmente speravano in una traiettoria a “V”, poi a “U” e, potenzialmente, anche a “L”. “Le condizioni potrebbero restare invariate o addirittura peggiorare per più tempo di quanto stimato inizialmente”.
Anche perché “la diffusione del virus ha innescato shock simultanei senza precedenti per domanda, offerta e condizioni finanziarie.

Debito, maggiore rischio di default
“Uno stop simultaneo degli approvvigionamenti e la riduzione della crescita”, spiega Altaf Kassam, responsabile investment strategy & research per l’area EMEA di State Street Global Advisors, si tradurranno necessariamente in minori guadagni e maggiori difficoltà sul fronte del debito”.
L’implicazione è rappresentata dal fatto che, “nonostante il calo dei rendimenti obbligazionari, visto che le condizioni finanziarie diventano sempre più restrittive per le aziende”, ci sarà un crescente “rischio di default sui mercati del debito“.
Senza contare che “l’ondata di buyback, che in passato è servita per portare al rialzo i mercati azionari, si fermerà bruscamente”. Più il virus si diffonde, poi, maggiore è il numero di “improvvisi stop” economici in tutto il mondo. Quindi le politiche adottate fanno più fatica a parare il colpo. Di conseguenza il mercato avrà bisogno di più tempo per riprendersi.
Ma tenendo duro durante quella che molti hanno definito “la tempesta perfetta” si possono cogliere delle opportunità di guadagno. Le infografiche e statistiche mostrano che con una strategia di separazione sociale di successo si potrebbe arrivare a una progressiva immunizzazione della popolazione mondiale.

Tempesta coronavirus: come proteggere gli investimenti
Per proteggere gli investimenti dall’effetto Coronavirus, da Ambrosetti SIM consigliano di costruire portafogli difensivi e strategie decorrelate. L’AD Alessandro Allegri sottolinea che vanno privilegiati “settori storicamente più difensivi e meno volatili” come le utility, l’unico comparto positivo da inizio anno.
Bene dovrebbe fare anche l’healthcare, che potrebbe oltretutto trarre dei benefici da questa allerta sanitaria globale, e i grandi magazzini. Si tratta di società che producono beni di prima necessità, indipendenti dall’andamento del ciclo economico.
Thomas Linker, country head Italy di Allianz Global Investors esorta a non perdere la calma e basare le strategie e azioni “su valutazioni ponderate”. D’altronde i crac di mercato sono inevitabili prima o poi. Il difficile è saperli gestire emotivamente. È uno degli approcci che fa la differenza tra un investitore di successo e uno che si fa male.
La paura degli investitori è tradizionalmente un momento in cui gli operatori che ragionano con un orizzonte a lungo termine cercano punti di ingresso vantaggiosi. Facendo leva sulle valutazioni, ovviamente. Poiché la vendita indiscriminata trascina i prezzi lontani dal valore intrinseco delle aziende.
Solo così, con la prudenza e la sagacia “potremo trasformare questa situazione in qualcosa di positivo“.
Il fascino delle obbligazioni convertibili
Anche ragionando sul lungo periodo, tuttavia, guadagnare qualcosa investendo ai tempi del coronavirus con tassi zero o negativi non è così facile. A parte l’analisi dei bilanci per scegliere le aziende quotate con quelli più solidi, ancora meglio se accompagnati da una crescita strutturale di lungo termine, ci sono altre metodologie consigliate dai gestori per proteggersi e possibilmente ottenere risultati positivi.
Francesco Lomartire, country manager di SPDR ETFs per l’Italia, suggerisce di ridurre l’esposizione e il rischio delta, pur rimanendo esposti alle azioni sottostanti i bond convertibili. L’asset class quest’anno ha continuato a “mostrare resilienza e opportunità di crescita“.
Da inizio anno ad oggi le obbligazioni convertibili globali sono arretrate dello -0,2% rispetto al -9,09% (Thomson Reuters Qualified Global Convertible Bond Index USD contro MSCI ACWI Index USD) registrato alla fine di febbraio 2020.
“Le obbligazioni convertibili – continua sempre Lomartire – hanno anche parzialmente protetto gli investitori rispetto al segmento high yield, battendo il relativo indice di 120 punti base”.
Il sell-off di mercato ha permesso ai premi di ridursi. E ha offerto agli investitori l’opportunità di accedere all’esposizione a livelli di delta ridotti. Livelli che presentano il “potenziale di incrementare la protezione dalla volatilità di mercato e macroeconomica“.

Eurozona, aiuti massicci delle autorità
Gli strategist di Barclays Research puntano su un’intensificazione delle misure (fiscali e monetarie) delle autorità occidentali dopo la decisione della Bce della scorsa settimana. Non basterà probabilmente per calmare i mercati, visto che non ci è riuscito nemmeno l’ultimo massiccio intervento della Fed. Ma servirà a limitare i danni.
Delle due, la disfatta storica dell’azionario delle sedute precedenti – con i listini principali europei caduti ai minimi dall’estate del 2012 – potrebbe convincere i governi a introdurre misure ancora più agguerrite. Le autorità delle principali forze economiche dell’Eurozona, tra cui Francia e Italia, hanno già promesso aiuti a imprese e altri settori dell’economia. Bisognerà anche imporre un sistema per impedire default del debito a catena.
Questi interventi potrebbero contribuire a scongiurare il peggio e ad alimentare la ripresa una volta scampato il pericolo. I mercati hanno bisogno di certezze visto che la volatilità sta raggiungendo i livelli record visti durante l’ultima grande crisi finanziaria. In Usa, invece, il timore di alcuni commentatori e analisti – come l’ex CEO di Pimco Mohamed El-Erian – è che la Fed non abbia agito con cura. Sulle colonne di Bloomberg, il chief economic adviser di Allianz SE cita il rischio che le manovre si rivelino un boomerang.
Politica fiscale: Eurozona in modalità emergenza
Per spegnere l’incendio coronavirus, i ministri delle finanze dell’area euro troveranno probabilmente un accordo per adottare un’azione coordinata e ancor più significativa di politica fiscale. L’obiettivo primario, visti anche i livelli di indebitamento, dovrebbe essere quello di scongiurare default societari.
Ancor più dopo aver visto negli Stati Uniti la Fed intervenire con un’azione di politica monetaria molto incisiva nel corso del fine settimana. Il taglio dei tassi di 100 punti base, accompagnato da un potenziamento del programma di Quantitative Easing ha fatto scendere il costo del denaro allo zero.
Le posizioni dei governi hanno iniziato a prendere piede la scorsa settimana. A breve verranno probabilmente fornite garanzie statali a livello UE sui prestiti delle banche alle imprese. Si darebbe così un altro incentivo a concedere prestiti alle PMI. Questi prestiti saranno probabilmente solo a scopo di liquidità o tesoreria (non di investimento) e quindi con scadenza a breve termine.
Le linee creditizie fresche sarebbero consentite come garanzia collaterale presso la Bce, con scarti di garanzia molto ridotti. In questo modo si consentirebbe la parità di trattamento nonostante i diversi rating sovrani. E sarebbero ammissibili in un programma di acquisto di nuova concezione. Va ricordato che l’attivazione del sostegno del MES richiede una maggioranza qualificata (l’80%).
Sforamento deficit ma clausole Ue di salvaguardia
Sospendere le regole di bilancio fiscale dell’Eurozona in questo periodo di crisi potrebbe essere un’altra soluzione. Vi ha già fatto cenno nei casi dell’Italia e della Spagna il vice presidente de commissario alle politiche economiche e finanziarie Valdis Dombrovskis. Questo avrebbe probabilmente un impatto sul bilancio dell’esercizio 2020. Nel parlare di “piena flessibilità”, Dombrovskis ha dichiarato che una “clausola di salvaguardia generale” potrebbe essere attivata.
Una crescita dell’economia significativamente più bassa, come è previsto allo stato attuale delle cose, implica che gli stabilizzatori automatici saranno in pieno gioco. E quindi che i deficit pubblici aumenteranno in modo significativo (e con essi l’emissione netta di debito). Le previsioni di Barclays indicano un aumento di 2,4 punti percentuali del disavanzo nominale dell’Eurozona al 3,2% del Pil. Le stime sono in linea con un aumento del saldo strutturale di bilancio di circa 1%.
Le misure adottate per affrontare direttamente la crisi sanitaria e alcune delle sue ripercussioni economiche (come la disoccupazione parziale e le garanzie statali) possono essere escluse dalla definizione di deficit pubblico di Maastricht. Queste non includeranno probabilmente gli stabilizzatori economici.
Interverrà il MES, ma modifiche trattato non è evidente
A parte questo, pare ormai inevitabile che i ministri delle finanze dell’area euro si siedano intorno a un tavolo per discutere su come e a quali condizioni il MES potrebbe essere ulteriormente sfruttato. Il controverso trattato del meccanismo di stabilità era già in fase di revisione prima dello scoppio dell’emergenza coronavirus. I ministri delle finanze possono dunque cogliere l’occasione al balzo per rivedere le condizioni legate al suo utilizzo. Per la modifica del trattato MES è necessaria però l’unanimità.
È l’aspetto più complesso della questione. Per il resto, la “cassetta degli attrezzi” è completa. Il MES può acquistare titoli di Stato sia sul mercato primario che su quello secondario (anche se non lo ha mai fatto) e può ricapitalizzare direttamente e indirettamente gli istituti finanziari (lo ha fatto in Spagna ma mai in Italia, per esempio).
Da Barclays sono convinti che “una richiesta coordinata di una linea precauzionale da parte di tutti i paesi dell’Eurozona sia la risposta più appropriata” e sensata. Ciò permetterebbe al MES di acquistare sui mercati primari e secondari e alla BCE di utilizzare l’OMT dovrebbe essere e che sarebbe indifferenziata tra i vari paesi.
Politica monetaria: piani più ambiziosi ma non diversi
Gli analisti di vari gruppi finanziari ritengono che le misure della Bce di giovedì scorso siano state appropriate per il contesto di allora. Ma adesso, alla luce degli ultimi sviluppi, Barclays pensa che “sia inevitabile che la Bce intensifichi le sue azioni di politica economica”. Un aspetto importante però è che la strategia rimarrà invariata. La politica fiscale rimarrà la prima linea di difesa.
Lo scenario di base è il seguente. Con ogni probabilità la Bce aumenterà temporaneamente l’APP (circa 60 miliardi di euro al mese), chiarendo (ancora una volta) che è pronta a deviare in modo significativo sulla chiave di capitale. È un particolare già citato nella conferenza stampa della presidente Christine Lagarde e nel post apparso sul blog di Philip Lane sul sito della Bce venerdì scorso.
Bce, niente taglio dei tassi di deposito in vista
L’ipotesi iniziale di Barclays Research è che il deficit dell’Eurozona aumenterà al 3,2% del Pil quest’anno. Ciò implica un’emissione netta di debito in aumento di circa 290 miliardi di euro. Si raggiungerebbero i 35 miliardi di euro al mese a partire da aprile.
La Bce potrebbe anche non allentare le regole sulle garanzie collaterali. Ma “date le garanzie a livello Ue sui prestiti bancari, potrebbe iniziare ad acquistare prestiti bancari nel PSPP”. In particolare se si tiene conto della loro maggiore somiglianza con le obbligazioni sovrane. In alternativa l’istituto potrebbe varare un programma di nuova denominazione.
Nell’affermare che le banchee sono “ben capitalizzate”, il presidente dell’EBA Jose Manuel Campa ha dichiarato a Bloomberg TV che le autorità di regolamentazione bancaria dell’UE sono pronte a fare “tutto quanto è necessario”. E che la decisione di giovedì scorso ha liberato 100 miliardi di euro di capitale del secondo pilastro. Anche su questo fronte, potrebbe arrivare altro denaro fresco.
In un contesto in cui in termini nominali effettivi l’euro non si dovesse rafforzare, Barclays si aspetta ancora che la Bce si asterrà dal tagliare ulteriormente i tassi di interesse in territorio negativo.
Puntare su aziende di qualità, evitare quelle indebitate
I mercati si trovano a dover interpretare una situazione senza precedenti per via dell’incertezza sulla natura del virus. Non si può prevedere di riflesso concertezza nemmeno il suo reale impatto economico e risposta politica relativa.
Lo shock petrolifero, poi, non ha fatto altro che aumentare la confusione e l’incertezza. Con i mercati in preda al panico, Paul O’Connor, responsabile del team multi-asset di Janus Henderson Investors, sta ricostruendo gradualmente le esposizioni al rischio all’interno di un mercato debole. Il consiglio è di fare altrettanto. Prudenza e visione a lungo termine. Senza farsi prendere dalla paura e guardando agli elementi positivi.
Come per esempio il fatto che sui mercati non ci sia più traccia di euforia ingiustificata. Per gli investitori attivi è il momento adatto per cercare di individuare le società più preparate ad affrontare e superare la crisi. Così come sono da evitare le aziende eccessivamente indebitate.
Daniele Chicca
Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno presso la UCL di Londra, è giornalista professionista dal 2007. Partendo da Reuters si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Grazie a competenze SEO e social, ha contribuito a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia (in qualità di responsabile editoriale). È stato inviato da New York per Radio Rai e per varie agenzie stampa, tra cui AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento si occupa della strategia di comunicazione di alcune startup svizzere specializzate in crypto, FinTech, materie prime e mondo del lavoro.

