Adriano Nelli, Responsabile Global Wealth Management di Pimco Italia partecipa al focus sostenibilità

Quali saranno i settori più impattati da una diffusa adozione dei criteri Esg nelle scelte di investimento?

«Saranno impattati tutti i settori, perché viviamo in un mondo che si sta evolvendo rapidamente in un contesto in cui l’economia finanziaria ha raggiunto una dimensione che è un multiplo di quella reale. Ciò implica che il ruolo dell’economia finanziaria è significativo nel determinare le dinamiche di quella reale e non c’è nessun ambito che non sia toccato dai principi dell’investimento sostenibile, sia per quanto riguarda gli aspetti sociali, sia per quelli ambientali, sia infine per quelli che riguardano il governo dell’impresa.

Ovviamente ci sono settori dell’economia, come l’industria degli idrocarburi, che sono tra i primi a essere impattati in tutta la loro filiera produttiva per quanto riguarda la “E” dell’acronimo. Questi mutamenti sono ulteriormente accelerati dalla decisione di molti grandi investitori, come ad esempio i fondi sovrani e i fondi comuni di investimento, che stanno modificando l’esposizione dei loro portafogli con una sensibile riduzione delle aziende con una più alta emissione di CO2.

Un altro esempio riguarda le aziende minerarie, che operano nell’estrazione di carbon fossile, o il trasporto aereo e aerospaziale, tutti comparti a livello elevato di emissioni. Ma non bisogna dimenticare che il fenomeno di cambiamento è epocale e pervasivo in tutte le attività economiche e coinvolge anche gli emittenti sovrani, fortemente condizionati da queste dinamiche, come dimostrano le analisi che Pimco ha condotto a questo proposito. Da queste ultime si evince che in presenza di un rating Esg elevato, il costo del servizio del debito tende a essere sensibilmente più basso. Inoltre, quando in un anno un emittente sovrano si sposta dal quintile più basso a quello più alto in termini di rating Esg, il costo del servizio del debito può ridursi significativamente. Questo fenomeno tende a essere ancora più evidente quando si parla di paesi emergenti». 

Environment, social e governance: su quale di questi tre aspetti si concentrerà maggiormente la vostra attenzione nel 2021?

«La nostra attenzione è rivolta verso tutti i criteri Esg, che sono pienamente integrati nel nostro processo di investimento in virtù dell’adozione di sistemi proprietari di monitoraggio e valutazione quali-quantitativi. Siamo attualmente focalizzati in modo particolare sul tema del cambiamento climatico, perché riteniamo che offra l’opportunità di spaziare attraverso diversi sottosettori: dalle rinnovabili all’edilizia green, dal segmento dei trasporti low carbon all’efficienza energetica, dall’utilizzo sostenibile dell’acqua all’economia circolare. Recentemente abbiamo lanciato il Climate Bond Fund, una strategia che stiamo presentando agli investitori e agli intermediari europei in questo periodo. Un altro ambito che riveste particolare importanza per noi in questo momento è quello legato alla “S”. Pimco presta molta attenzione alla gestione del capitale umano e a come sono organizzate le aziende sul tema del rispetto delle pari opportunità, dell’eguaglianza sociale e dell’assenza di comportamenti discriminatori». 

Quali sono le sfide che le aziende devono affrontare in materia di sostenibilità?

«Esistono diverse sfide che le aziende devono affrontare, che sono di natura reputazionale e riguardano il rapporto delle società con le agenzie di rating e con il regolatore. Sono tre fattori che gli emittenti non possono permettersi di trascurare, poiché determinano il livello di premio al rischio che gli investitori richiedono. Un incremento sensibile del costo di finanziamento vanificherebbe completamente il vantaggio derivante dall’attuale basso livello dei tassi di interesse. Diventa perciò sempre più difficile per un’azienda raccogliere capitali se ha commesso errori nei confronti del regolatore o delle agenzie di rating o se non dimostra impegno per quanto riguarda i principi Esg». 

La sostenibilità è diventata un tema guida anche per gli investimenti obbligazionari. Quali sono le sue considerazioni in merito?

«Si, è una tema guida. Non va trascurato infatti che, sebbene sia più ovvio e immediato pensare a un impatto sulle decisioni di un’azienda quando se ne è azionista di maggioranza, il ruolo che un grande investitore obbligazionario può avere è altrettanto importante.  Il debito di un emittente deve essere continuamente rifinanziato sul mercato e questa necessità porta l’emittente a stabilire relazioni di lungo termine con gli investitori istituzionali. Mi riferisco a un rapporto fiduciario che consenta a chi emette debito di avere un interlocutore come Pimco, che è uno tra i più grandi gestori obbligazionari attivi al mondo, firmatario del protocollo del 2011 dell’Onu, che sancisce i principi dell’investimento responsabile. Nel 2020, per il terzo anno consecutivo, Pimco ha ottenuto una valutazione A+ (il punteggio più alto possibile) dal nostro Rapporto di valutazione UN PRI*».

*Source: UN PRI. UNPRI assessment report limited to asset managers signed up to the Principles for Responsible Investment (PRI) and based on how well ESG metrics are incorporated into their investment processes. UNPRI Transparency Reports are available at https://www.unpri.org/transparency-reports-2020/6051.article. For methodology, please refer to About PRI Assessment: https://www.unpri.org/signatories/about-pri-assessment.

leggi gli altri contributi


Unknown's avatar
Giuseppe Riccardi

Dopo esperienze in primarie società di gestione internazionali nel 2000 realizzo con FondiOnline il sogno di una informazione finanziaria indipendente dedicata al mondo del risparmio gestito.
Insieme alla squadra creata nel tempo, nonostante la crisi di internet non ci siamo mai arresi e abbiamo continuato a crescere lanciando FONDI&SICAV, 361GRADI e alcune riviste personalizzate per importanti banche italiane.
Con il nuovo FONDI&SICAV ci mettiamo ancora una volta in discussione con la certezza di offrire ai nostri lettori un servizio ancora una volta migliore.