Santo Borsellino, head of corporate governance implementation & institutional relations Generali Asset & Wealth Management, partecipa al Focus sostenibilità

Environmental, social e governance: su quale di questi tre aspetti si concentrerà maggiormente la vostra attenzione nel 2021?

«La sostenibilità, nelle sue molteplici declinazioni, sarà il nostro focus nel 2021. Da un lato, è una spinta interna che viene dalle persone che lavorano con noi, in un anno che vedrà le celebrazioni per i 190 anni di storia del gruppo, ma è anche sempre più una richiesta imprescindibile di tutti i nostri stakeholder: clienti, fornitori, azionisti, investitori. Guardando all’industria dell’Am, la pandemia farà emergere l’aspetto sociale della sostenibilità.

Il Green deal della Commissione europea per mobilitare 1.000 miliardi su progetti green e sostenibili fa leva anche sul settore privato e il risparmio gestito dovrà farsi trovare pronto definendo politiche, processi d’investimento e prodotti che aiutino a convogliare risorse verso progetti incentrati sulla sostenibilità e la generazione di un impatto positivo. Il 2021 sarà un anno decisivo anche sui temi della governance. La Commissione europea sta lavorando sulla sustainable corporate governance, che riguarda anche la nostra industria: creazione di valore, esternalità negative nel perseguire obiettivi di breve termine, la responsabilità e la composizione degli organi di governo societario. Sarà senza dubbio un anno molto intenso».

In materia di sostenibilità, quali pensa che siano gli aspetti che il Covid-19 ha reso più cogenti?

«La pandemia ha rivelato che i temi di sostenibilità non riguardano solo l’ambiente, la sovrappopolazione, il riscaldamento globale o le risorse idriche, ma anche la salute della popolazione, la qualità della vita, le inegualità dei sistemi sanitari e di welfare. Più in generale, il paradigma di crescita che intendiamo perseguire. L’uscita dalla pandemia segnerà un momento di ripresa economica e di maggiore fiducia, anche nell’industria del risparmio gestito, che ha archiviato un 2020 all’insegna della resilienza e di buoni risultati di crescita.

Dobbiamo però essere pronti a gestire gli impatti sull’economia globale non ancora del tutto visibili: maggiore disoccupazione, calo strutturale dei consumi, fine dei sussidi fiscali o monetari, aumento dei debiti sovrani. Orientare l’asset allocation con la bussola della sostenibilità consentirà una più rapida e resiliente ripresa dell’economia mondiale, traendone un dividendo non solo finanziario, ma di reale creazione di valore per il sistema nel suo complesso». 

Ritiene che il greenwashing e il socialwashing possano essere fenomeni che minano la credibilità dell’investimento sostenibile?

«Sono profili da monitorare con attenzione e, proprio per evitare questi rischi da parte degli emittenti in cui abbiamo investito o intendiamo investire, stiamo definendo specifiche metriche. Nel dettaglio, per i green bond, ma anche per i social e sustainable bond, stiamo mettendo a punto i criteri di una specifica classificazione che consenta di verificare il posizionamento Esg dell’emittente prima di ogni investimento e poi in fase di review. In questa valutazione integriamo diversi parametri come, per esempio, la trasparenza delle informazioni fornite (presenza di un auditor esterno, destinazione dei proventi, reportistica sugli impatti generati), la loro granularità (reportistica per ogni progetto finanziato dal bond) e l’addizionalità (presenza di reportistica pubblica, coerenza con la tassonomia Ue)».

A marzo entrerà in vigore il nuovo regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (Sfdr). Quali sono gli impatti che si attende per i gestori, i distributori e la clientela finale?

«Il nuovo regolamento richiederà agli operatori del settore finanziario, fra cui le Sgr, maggiori obblighi di trasparenza e di informativa sui fattori Esg, con l’obiettivo di fornire agli investitori informazioni dettagliate e omogenee sui “sustainability risks” degli investimenti finanziari e gli impatti che questi possono avere sulla sostenibilità. Sotto questo profilo, abbiamo già da tempo avviato all’interno del nostro gruppo alcuni progetti per allinearci tempestivamente alla normativa, con le informazioni che saranno presentate all’interno del sito internet, nella documentazione precontrattuale e nella rendicontazione periodica. Per gli investitori, il cui interesse verso le soluzioni d’investimento Sri ha registrato un forte incremento a valle della crisi Covid, il nuovo regolamento consentirà una maggiore consapevolezza sull’effettiva sostenibilità degli strumenti in cui investono e la conseguente definizione dell’asset allocation». 

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Redazione

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