Hamish Chamberlayne, responsabile delle azioni sostenibili globali Janus Henderson Investors, partecipa al Focus sostenibilità

Quali pensa che saranno i settori più impattati da una diffusa adozione dei criteri Esg nelle scelte di investimento?

«Vediamo diverse opportunità nel settore tecnologico, dove c’è molta innovazione orientata a risolvere problemi ambientali e sociali. Se dovessimo scegliere una parola per riassumere questo scenario, sarebbe “digitalizzazione”. Si tratta di una tendenza d’investimento di per sé già molto consolidata, che gli eventi dell’ultimo anno hanno contribuito ad accelerare, e crediamo che sia un potente fattore di cambiamento positivo per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, sia sociale, sia ambientale. La digitalizzazione sta giocando un ruolo chiave nello sviluppo economico e nell’empowerment sociale e riteniamo che ci sia uno stretto allineamento tra digitalizzazione e decarbonizzazione. È importante riconoscere che questa tendenza sta avendo un impatto su tutte le industrie e sta attenuando i classici confini tra le categorizzazioni settoriali. Molti la definiscono “la quarta rivoluzione industriale.

Crediamo che sia utile fare una distinzione tra il breve e il lungo termine, quando si tratta di pensare alle prospettive dei mercati e di identificare le opportunità di investimento. Nel breve periodo, siamo consapevoli che le valutazioni sono elevate in alcune parti del mercato. Con una politica monetaria estremamente accomodante e le banche centrali impegnate a sostenere una maggiore crescita, esistono le condizioni per un ulteriore rialzo dei mercati azionari; tuttavia, stiamo diventando più sensibili alle valutazioni a breve termine e ci concentriamo quindi sul mantenimento della strategia nella costruzione del nostro portafoglio». 

Environment, social e governance: su quale di questi tre aspetti si concentrerà maggiormente la vostra attenzione nel 2021?

«Abbiamo un programma diversificato. Le aree chiave su cui ci stiamo concentrando sono la decarbonizzazione, la tematica dell’“human capital & diversity” e la rendicontazione».

In materia di sostenibilità, quali pensa che siano gli aspetti che il Covid-19 ha reso più cogenti?

«Il 2020 è stato un anno turbolento e imprevedibile, eppure abbiamo assistito a progressi in direzione di uno sviluppo sostenibile. Nonostante le ovvie e devastanti conseguenze del Covid-19, la pandemia ha accelerato gli investimenti nella digitalizzazione e riteniamo che ciò sia un fattore chiave per la sostenibilità. Per sua natura, la digitalizzazione comporta un minore impatto fisico sul pianeta. La virtualizzazione di attività o di prodotti che altrimenti sarebbero fisici, come viaggiare e utilizzare beni tangibili, è solo un esempio. La digitalizzazione è anche l’architrave per portare avanti gli obiettivi sociali intorno alla condivisione della conoscenza, all’empowerment e allo sviluppo economico. Tra le notizie sui potenziali vaccini e il “ritorno alla normalità” è facile ora trascurare l’impatto duraturo che il Covid-19 può avere sul nostro modo di vivere e di lavorare. Tuttavia, crediamo che ci sarà un cambiamento permanente. Dalla telemedicina allo smart working, la digitalizzazione ha fornito soluzioni a diversi problemi affrontati nel 2020 e ci aspettiamo che molti di questi cambiamenti sociali perdurino nel 2021 e anche oltre».

A marzo entrerà in vigore il nuovo regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (Sfdr). Quali sono gli impatti che si attende per i gestori, i distributori e la clientela finale?

«Distributori e clienti avranno a disposizione un maggiore numero di dati da esaminare e valutare quando prenderanno le loro decisioni di investimento. Per coloro che sono interessati all’investimento sostenibile, si spera che questo regolamento promuova una maggiore trasparenza e collaborazione tra gestori, distributori e clienti, favorendo così l’investimento a lungo termine e l’allocazione del capitale». 

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Redazione

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