Sheila Ter Laag, global head of Esg specialists Bnp-Paribas AM, partecipa al Focus sostenibilità

Environment, social e governance: su quale di questi tre aspetti si concentrerà maggiormente la vostra attenzione nel 2021?

«Le crisi concomitanti del Covid, del clima e della biodiversità offrono alle aziende, ai paesi, agli investitori e all’economia l’opportunità di orientarsi verso una direzione sostenibile. Questi temi si allineano bene con le “3E” presenti nella nostra strategia di sostenibilità globale varata nel 2019: la transizione energetica (“Energy transition”), la sostenibilità ambientale (“Environmental sustainability”) e l’uguaglianza e la crescita inclusiva (“Equality & inclusive growth”).

Abbiamo identificato questi elementi come condizioni preliminari essenziali per un’economia sostenibile. È attraverso la lente delle 3E che possiamo evidenziare alcuni dei temi chiave per il 2021 e capire come affrontarli da investitori.

In linea con il lancio, da parte delle Nazioni Unite, della campagna “Race to zero”, continueremo a impegnarci con importanti aziende di tutto il mondo per garantire che adottino modelli credibili verso l’azzeramento delle emissioni nette; questi modelli dovranno altresì essere accompagnati da una trasparenza informativa che consenta agli investitori di valutarli. Continueremo, inoltre, a concentrarci sull’allineamento agli obiettivi di Parigi del lobbying messo in pratica dalle aziende in materia di politiche climatiche.

Insieme alla crisi climatica, stiamo anche perdendo la biodiversità a un ritmo allarmante. Bnp Paribas Asset Management sta lavorando su strategie per affrontare la minaccia sistemica che ha implicazioni significative per le economie e i nostri investimenti.

Nel 2021 lanceremo un documento che illustrerà il nostro approccio in qualità di investitore all’identificazione e alla gestione delle sfide connesse alla biodiversità, tra cui la deforestazione e le risorse idriche. Tutto ciò ci fornirà una tabella di marcia per capire la complessa relazione tra i nostri investimenti e questi elementi cruciali dell’ecosistema planetario che supportano la vita e le economie che abbiamo sviluppato.

La crisi creata dal Covid-19 ha accentuato la disuguaglianza dei redditi e le distorsioni del mercato del lavoro che ha causato potrebbero essere durature nel tempo.

La pandemia ha contribuito a dimostrare ciò che sapevamo già: la disuguaglianza tra reddito e ricchezza minaccia seriamente le nostre economie e le nostre società. Nelle nostre attività di gestione, chiederemo alle imprese ciò che hanno imparato dalla crisi e quali misure stanno adottando per ripartire meglio». 

Ritiene che il greenwashing e il socialwashing possano essere fenomeni che minano la credibilità dell’investimento sostenibile?

«Riteniamo che la risposta al rischio di “greenwashing “ e “socialwashing” sia la trasparenza sulle azioni intraprese per incoraggiare le imprese, i paesi, gli investitori e, quindi, l’economia, a orientarsi in una direzione sostenibile. Le questioni e le modalità per rispondere a esse e rendicontare al riguardo sono state illustrate in documenti accessibili al pubblico redatti da molte rispettabili organizzazioni, tra cui i Pri delle Nazioni Unite, l’Ipcc, il Iigcc, il Tcfd*… e la lista continua.

L’Unione Europea ha lanciato il suo piano d’azione sulla finanza sostenibile che comprende misure per rafforzare la governance delle imprese nel settore della sostenibilità.

La tassonomia europea fornisce un quadro coerente e definisce un linguaggio comune in materia di prodotti finanziari sostenibili e uno dei suoi obiettivi è porre fine al “green washing”. Per ciò che ci riguarda come industria, questa tassonomia contribuirà a canalizzare i capitali verso obiettivi ambientali e a fare crescere l’economia pulita del futuro.

La sua caratteristica peculiare è la coerenza con gli obiettivi ambientali fissati dall’Ue, compresi quelli intermedi, target che prevedono un piano di approvvigionamento energetico inteso a raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2050. Inoltre, resta importante garantire rendimenti agli azionisti a lungo termine, senza causare al contempo effetti negativi ad altri soggetti interessati. Infine, i nuovi obblighi di informativa miglioreranno la comprensione da parte degli investitori dei prodotti sostenibili riducendo il rischio di greenwashing».

La sostenibilità è diventata un tema guida anche per gli investimenti obbligazionari. Quali sono le sue considerazioni in merito?

«Bnpp Am sostiene il mercato delle obbligazioni sociali. Ci prefiggiamo di contribuire a questo obiettivo inserendo nei nostri portafogli obbligazioni sociali di alta qualità e ci impegniamo con gli emittenti per evitare problemi reputazionali. Le obbligazioni sociali potrebbero contribuire a mitigare il danno economico causato dal Covid-19, almeno nel breve termine. La definizione di ciò che costituisce un’obbligazione sociale è ampia.

Con il diffondersi del virus, molte emissioni si sono concentrate sul sostegno alla disponibilità di forniture mediche o sul finanziamento di ricerche cruciali che potrebbero generare progressi fondamentali sul piano epidemiologico. Le obbligazioni sociali, però, possono anche affrontare questioni diverse che si sono manifestate durante il lockdown imposto dal virus e con il conseguente impatto sull’attività economica.

Ad esempio, sono stati emessi titoli per raccogliere capitali per le piccole imprese locali costrette a chiudere per lunghi periodi o per finanziare i sussidi di disoccupazione o per sostenere i lavoratori impiegati in attività essenziali o, infine, per fornire assistenza  a genitori lavoratori i cui figli siano impossibilitati a frequentare la scuola; parliamo di situazioni di emergenza.

Nonostante la popolarità delle obbligazioni sociali, va notato che non tutti i social bond sono uguali. In quanto investitori, dobbiamo fare attenzione al social washing, cioè quando gli emittenti affermano che la raccolta sarà destinata a determinate cause e poi trasferiscono i fondi altrove. Tutti gli operatori di mercato devono fare il proprio dovere per assicurarsi di indirizzare queste risorse verso le giuste cause sociali».

In materia di sostenibilità, quali pensa che siano gli aspetti che il Covid-19 ha reso più cogenti?

«La crisi ha sottolineato l’importanza della “S” e della “G” dell’Esg per la creazione di valore a lungo termine. Alcune questioni appartenenti al perimetro Esg possono essere legate al Covid 19. Esse comprendono la disponibilità e l’accessibilità delle cure sanitarie, la gestione delle crisi, le pratiche del lavoro, la salute e la sicurezza dei dipendenti, l’ubicazione e la gestione della catena di fornitura.

Per quanto riguarda la stewardship e l’esercizio del voto, la crisi ha posto l’accento sulla necessità che gli azionisti incoraggino la stabilità finanziaria e la sostenibilità dei modelli aziendali insieme a una forte governance. Riteniamo che questa crisi crei opportunità nell’ambito della sanità, della digitalizzazione e della transizione energetica».

leggi gli altri contributi


Unknown's avatar
Redazione

La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.