Economic Team di Payden & Rygel

 

stati uniti, USA

 

Vista la scarsità di dati ufficiali a causa dello shutdown, gli investitori si stanno rivolgendo a fonti alternative per valutare lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Secondo ADP,  nel mese di ottobre l’economia americana ha creato soltanto 42.000 nuovi posti di lavoro, dopo la contrazione di 29.000 unità registrata in settembre.

Particolare interesse ha suscitato l’analisi della società di outplacement e consulenza manageriale Challenger, Gray & Christmas, che segnala un aumento del 60% dei licenziamenti complessivi nei dodici mesi terminati a ottobre. Un dato che assume rilievo anche alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente della Fed,

Jerome Powell, secondo cui l’economia statunitense si troverebbe ancora in una fase di “poche assunzioni e pochi licenziamenti”. Le evidenze fornite da Challenger, però, sembrano suggerire uno scenario alternativo e, storicamente, aumenti nei licenziamenti di questa portata tendono a precedere un rialzo del tasso di disoccupazione, anche se è bene ricordare che il picco di licenziamenti nel settore tecnologico del 2022 ebbe effetti piuttosto contenuti sul mercato del lavoro nel suo complesso.

Altri indicatori non basati su indagini a campione, come le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, mostrano un livello di licenziamenti ancora sotto controllo. A nostro avviso, l’insieme delle evidenze disponibili indica che il rischio di un incremento del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi è concreto.


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Redazione

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