Il reddito dei consumatori statunitensi è ancora solido e la Fed ha ampi margini di manovra. Due fattori base per evitare una recessione. Payden & Rygel
Gli annunci del 2 aprile hanno avuto un impatto più rilevante del previsto, dal momento che potrebbero portare a un aumento di dieci volte dell’aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti dal 2% al 22% circa. Per quanto l’intento dichiarato dell’amministrazione Trump sia la ripresa dell’occupazione manifatturiera e l’aumento delle entrate statali, crediamo che l’effetto concreto di queste misure sarà quello di gravare sui consumatori e sulle imprese statunitensi, rallentando la crescita economica complessiva anziché stimolarla.
il mercato obbligazionario
Anche il mercato obbligazionario sembra riflettere questa preoccupazione: i rendimenti dei Treasury a dieci anni sono scesi in modo marcato, passando dal 4,25% di inizio settimana scorsa al 3,94% di giovedì. Parallelamente, anche i mercati azionari hanno perso il 6,5%, con l’S&P 500 in calo del -15% rispetto ai picchi registrati di recente.
Il reddito dei consumatori statunitensi
C’è, però, anche un elemento positivo da tenere in considerazione: prima del Liberation Day, sia l’economia che i consumatori statunitensi mostravano segnali di solidità. Il rapporto sull’occupazione pubblicato venerdì ha evidenziato una crescita robusta, con 228.000 nuovi posti di lavoro creati in marzo. Nello stesso periodo anche il reddito aggregato dei consumatori è aumentato del 5,1%, un dato nettamente superiore alla media di lungo periodo, pari al 3,6%.
Economia Statunitense
Alla luce di questi elementi, crediamo che l’economia statunitense possa ancora riuscire a evitare una recessione nel 2025, senza contare che la Federal Reserve dispone di un ampio margine di intervento, con la possibilità di tagliare i tassi di interesse qualora la crescita dovesse risultare più debole del previsto.
Redazione
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