Questo cambio della guardia nello schieramento democratico quali implicazioni avrà per i mercati? L’analisi di Vincent Mortier, Group CIO Amundi e Anna Rosenberg, Head of Geopolitics, Amundi Investment Institute
Domenica 21 luglio il presidente uscente Joe Biden ha annunciato che non accetterà la nomination pur rimanendo Presidente fino alla fine del mandato.
Ha appoggiato l’attuale vicepresidente, Kamala Harris, lanciandola come nuova candidata del Partito democratico.
Anche alcuni esponenti di spicco dei Dem come l’ex presidente Bill Clinton, l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren e il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro hanno appoggiato la candidatura di Kamala Harris.
Quando avverrà la potenziale nomina della vicepresidente Kamala Harris?
Con l’uscita di scena di Biden, è probabile che Kamala Harris diventi la candidata dei
Democratici. Dopo l’annuncio del ritiro di Biden dalla corsa alla Casa Bianca, la campagna
presidenziale di Kamala Harris ha ricevuto un boom di donazioni. Tuttavia, è importante sottolineare che l’attuale vicepresidente potrà ottenere l’investitura ufficiale solo dopo essere stata scelta dai delegati democratici dopo un processo di selezione. Nell’ultima settimana, alcuni prestigiosi esponenti tra i Dem tra cui Nancy Pelosi, che sostiene Kamala Harris, hanno dichiarato di essere a favore di un processo di selezione aperto così da rafforzare la legittimità democratica di Kamala Harris.
La nomination ufficiale potrebbe avvenire in occasione della convention dei Democratici che si terrà a Chicago tra il 19 e il 22 agosto oppure attraverso delle “mini primarie” tramite voto virtuale. Se Kamala Harris diventerà la candidata ufficiale, erediterà i fondi della campagna condotta da Biden.
Quante chance di vittoria ha Kamala Harris rispetto a Trump?
La decisione di Biden ha aperto una fase senza precedenti nelle elezioni presidenziali americane. Anche se dai sondaggi emerge che Harris ha più o meno le stesse chance di Biden contro Trump, le sue probabilità di vittoria dipenderanno da diversi fattori, tra cui l’unità del partito, il supporto dei finanziatori, la sua scelta del vicepresidente e la sua performance pubblica. Alcuni contendenti accreditati hanno già dichiarato che non correranno contro di lei.
Nonostante le probabilità di una vittoria di Trump siano aumentate dopo il dibattito
presidenziale e dopo l’attentato di cui è stato vittima, la sua elezione non deve essere data per scontata. La scelta di J.D. Vance non sembra aver aumentato i consensi a suo favore.
La scelta del vicepresidente e il discorso alla Convention repubblicana difficilmente riusciranno a conquistargli i voti degli elettori più moderati.
Questo cambio della guardia nello schieramento democratico quali implicazioni avrà per i mercati?
Nel momento in cui scriviamo questo articolo, la reazione dei mercati alla notizia è stata piuttosto contenuta, con un calo del dollaro alle prime contrattazioni di lunedì 22 luglio, un movimento marginale dei Treasury decennali e un rialzo dei futures su azioni. Per quanto riguarda le implicazioni sui mercati, il risultato delle elezioni è ancora molto incerto.
Nelle ultime settimane i sondaggi hanno avuto un forte impatto sull’andamento della curva dei Treasury statunitensi. Dal 1° giugno, la correlazione tra le variazioni quotidiane degli esiti dei sondaggi e i movimenti dei segmenti della curva 5-30 anni dei Treasury è stata dell’86%.
È troppo presto sia per definire l’impatto della potenziale elezione di Kamala Harris, sia per
predisporre una specifica strategia di trading in caso di una potenziale amministrazione Trump 2.0 a causa dell’incertezza ideologica sui suoi obiettivi e sulle sue politiche. Vi sono inoltre significativi nodi ideologici da affrontare su questioni come l’approccio verso la Cina, l’inflazione, i dazi, l’espansione fiscale e il desiderio di avere un dollaro più debole.
Attualmente vi sono diverse “scuole di pensiero” all’interno dello schieramento repubblicano sulla politica estera che stanno cercando di influenzare Trump. Fra queste fazioni in lotta tra loro figurano gli isolazionisti/i “restrainers” che spingono per un coinvolgimento limitato degli Stati Uniti in politica estera, i “prioritisers” che si battono perché la politica estera statunitense si focalizzi sulla Cina. E, infine quelli che continuano a sostenere il ruolo degli Stati Uniti come principale attore sulla scena mondiale.
La politica estera di Trump non sarà influenzata solo da questi gruppi, ma anche dalle singole persone che occuperanno posizioni chiave. A oggi, non è chiaro chi ricoprirà questi ruoli. Infine, la politica estera di Trump sarà influenzata anche dal suo desiderio di stringere accordi vantaggiosi e dalle esperienze del suo primo mandato.
Visto questo quadro di forte incertezza, il mercato molto probabilmente preferirà focalizzarsi sulla stagione delle trimestrali appena iniziata. Le società a mega capitalizzazione sono quelle che hanno conseguito i risultati più brillanti nel primo semestre dell’anno. Ma gli investitori si attendono ora una crescita degli utili in altre aree del mercato, con un ampliamento del rally che è iniziato nelle ultime settimane.
Per quanto riguarda il comparto obbligazionario, i mercati stanno ora rivolgendo la loro attenzione alla prossima riunione di settembre della Fed in cui la banca centrale potrebbe decidere di tagliare i tassi.
Siamo moderatamente favorevoli a un’allocazione agli attivi rischiosi, con una preferenza per l’approccio equal weighted e/o fondamentale sui mercati azionari, così da far fronte all’attuale rischio di forte concentrazione. E abbiamo un atteggiamento positivo sulla duration. Siamo inoltre alla ricerca di ulteriori fonti di diversificazione sui mercati emergenti, tra le materie prime (in particolare l’oro) e tra gli attivi reali e alternativi.
Redazione
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