Ci avviciniamo al 2026 con valutazioni elevate sia sui mercati azionari sia su quelli obbligazionari, il che lascia margini di errore limitati. Anthony Willis, Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments

 

Anthony Willis

Poiché il tema dell’intelligenza artificiale resta dominante, esiste il rischio di delusione qualora le aziende coinvolte non riuscissero a soddisfare aspettative molto elevate in termini di crescita futura. Più in generale, il 2026 potrebbe essere l’anno in cui la monetizzazione dell’AI e la capacità di generare ritorni sugli investimenti in capex diventeranno temi centrali.

Nel complesso, ci avviamo verso il 2026 con un atteggiamento moderatamente ottimista e ci attendiamo un anno positivo per la crescita globale. Allo stesso tempo, restiamo consapevoli del fatto che molte buone notizie sono già incorporate nei prezzi di mercato.

Riteniamo che la crescita globale rimanga solida e, nel complesso, pensiamo che il prossimo anno possa rappresentare una fase di estensione del ciclo economico. Con questa espressione intendiamo un contesto in cui politica fiscale e politica monetaria dovrebbero entrambe fornire supporto. In combinazione, questo scenario dovrebbe consentire una crescita globale in linea o leggermente superiore a quella osservata nel 2025.

La geografia degli interventi di stimolo

Sul piano fiscale, prevediamo interventi di stimolo in Giappone e in Germania – dove misure di sostegno sono già state annunciate – oltre che negli Stati Uniti, con l’approvazione del cosiddetto “One Big Beautiful Bill”, i cui effetti positivi sull’economia dovrebbero manifestarsi gradualmente. Anche la Cina è attesa proseguire con misure incrementali di supporto alla crescita.

Il quadro della politica monetaria

Sul piano della politica monetaria, prevediamo una maggiore divergenza nel 2026. Stati Uniti e Regno Unito potrebbero vedere ulteriori tagli dei tassi, con la possibilità di un’accelerazione negli USA alla luce della probabile nomina di un presidente della Fed più accomodante da parte del Presidente Trump. Nel Regno Unito ci attendiamo un paio di riduzioni dei tassi nel corso del 2026, oltre al taglio atteso già questa settimana. Nell’area euro, i tassi dovrebbero rimanere invariati salvo eventi di rilievo. Il Giappone, al contrario, si muove in direzione opposta, con tassi destinati a salire gradualmente man mano che la Bank of Japan acquisisce maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione sia strutturale e avviata verso l’obiettivo del 2%.

In termini di scenario macroeconomico, prevediamo una crescita solida nel 2026

Ci attendiamo un miglioramento in alcune aree dell’Europa, con la Germania particolarmente ben posizionata grazie agli stimoli annunciati. La Cina dovrebbe mantenere un obiettivo di crescita intorno al 5%, mentre l’espansione degli Stati Uniti è attesa in linea con quella di quest’anno. Le prospettive di crescita del Regno Unito restano modeste, sostanzialmente in continuità con il 2025, sebbene vi sia un margine per un lieve peggioramento.

I dazi sono destinati a rimanere, anche se permangono incertezze sul loro inquadramento legale e si attende una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. Indipendentemente dall’esito, i dazi continueranno probabilmente a caratterizzare il contesto del 2026, mentre l’economia globale e le catene di approvvigionamento stanno progressivamente adattandosi.

Sul fronte politico, il calendario appare relativamente tranquillo, anche se l’esperienza suggerisce cautela

A novembre si terranno le elezioni di midterm negli Stati Uniti, i cui risultati influenzeranno l’ultima parte del mandato quadriennale del Presidente Trump. Nel Regno Unito sono previste elezioni locali, che potrebbero incidere sul futuro politico di Keir Starmer e Rachel Reeves. A livello globale, si avvicinano anche le elezioni presidenziali in Brasile, con il Presidente Lula candidato alla rielezione.

 

 


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