Jerome Powell ha dato ascolto ai suoi predecessori, attivando in accordo con l’amministrazione federale la manovra da ultima spiaggia: l’helicopter money. L’ipotesi, ventilata già da Ben Bernanke nel 2002 per combattere la deflazione, prevede la consegna di denaro direttamente nelle mani di cittadini e imprese.
È un meccanismo eterodosso, adatto a situazioni insolite come quella attuale. La pandemia globale minaccia la domanda di quasi tutte le industrie e il posto di lavoro della maggior parte delle figure professionali. Sebbene comporti la violazione di regole prima considerate sacre, la speranza è che l’helicopter money possa scongiurare la catastrofe economica tenendo in piedi la domanda.
È una delle ragioni per cui l’idea di ricorrere alla misura, che sta per entrare in vigore in America, sta prendendo piede anche in Europa. Il piano dovrebbe mettere d’accordo tutte le fasce della popolazione e tutti gli schieramenti politici, visto che prevede un assegno a tutti e che non genera dubbi dal punto di vista del rischio morale (“moral hazard”).
Anche se c’è chi si sta sforzando a trovare capri espiatori – come la globalizzazione, la mancanza di igiene o lo sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo – non c’è un colpevole solo e distinto. Come invece è stato, per fare un esempio recente, nel caso della crisi subprime.
Le aziende dei settori dei trasporti o del turismo – tanto per citarne alcune – che oggi stanno pagando molto cara l’emergenza coronavirus, non hanno commesso errori o fatto qualcosa di male. Ma la crisi continua a mordere e propagarsi. Ormai interessa pressoché tutto il mondo industrializzato.
“Tempi straordinari, misure straordinarie”
Nonostante l’helicopter money sembra convenire a tutti, negli Stati Uniti manca ancora l’approvazione politica del disegno di legge da 2mila miliardi di dollari. Il progetto di legge, ancora bloccato al Congresso, consentirebbe al Tesoro di allocare un ulteriore capitale di 425 miliardi di dollari in fondi propri della SPV della Fed. Ciò vorrebbe dire altri 4mila miliardi di dollari di potenziali prestiti.
Dopo essere intervenuta a più riprese nello spazio di un paio di settimane, la Fed è pronta a valersi delle armi pesanti. Intanto, dalla concessione a trasgredire le regole di bilancio, passando per l’espansione del deficit e per gli eurobond, tutte le opzioni sono sul tavolo anche in Europa. Lì però l’iter politico sarebbe ancor più ricco di insidie e ostacoli rispetto agli Usa.
“In tempi straordinari ci vogliono misure straordinarie“, ha dichiarato su Twitter la presidente della Bce Christine Lagarde. La Bce ha deciso di inondare i mercati del debito di liquidità per tenere bassi i tassi di interesse dei paesi più vulnerabili e più colpiti come l’Italia. Ma il programma di acquisto di bond da €750 miliardi (PEPP) potrebbe non bastare. E infatti non sarà probabilmente l’ultimo maxi piano di aiuti.
Extraordinary times require extraordinary action. There are no limits to our commitment to the euro. We are determined to use the full potential of our tools, within our mandate. https://t.co/RhxuVYPeVR
— Christine Lagarde (@Lagarde) March 18, 2020
Mujtaba Rahman della società di consulenza Eurasia Group pensa che le misure massicce appena varate dalle banche centrali non saranno sufficienti. “L’Unione Europea non è fuori dal tunnel. E i suoi leader hanno bisogno di usare un po’ di creatività se vogliono trovare misure coordinate in grado di aiutare gli Stati membri”.
I 27 paesi dell’UE hanno dispiegato misure per più di 200 miliardi di euro volte a finanziare tutta una serie di misure politiche e fiscali. Tra queste figurano un abbattimento o una proroga del pagamento delle tasse e un’estensione dei sussidi di disoccupazione. Visto che il numero di contagi non ha ancora toccato il picco, la somma è destinata a salire ancora.
E in parallelo il debito europeo è destinato a gonfiarsi se è vero che l’Ue ha più di 70 miliardi di fondi da devolvere ai paesi e alle aziende che ne hanno bisogno con maggiore urgenza. Fortunatamente, mentre la pandemia incalza indebolendo le economie del vecchio continente, ormai destinate alla recessione, le autorità hanno ancora delle frecce al loro arco. Una di queste è l’helicopter money.
Helicopter money, cresce ottimismo su intesa al Congresso Usa
L’helicopter money, teorizzata dal premio Nobel per l’Economia Milton Friedman nel 1967, rimane una misura straordinaria dalle proporzioni gigantesche. Di fatto, il governo firma assegni da mille dollari al mese a chi è rimasto senza lavoro o agli imprenditori in difficoltà. Un effetto benefico è quello di sostenere la domanda, mentre un effetto controproducente riguarda la svalutazione della moneta nazionale.
Nel caso dell’Europa, il denaro arriverebbe direttamente dagli elicotteri della Bce. Per gli Stati Uniti, la politica fiscale entrerebbe in azione non soltanto per fornire pagamenti in contanti direttamente alle persone fisiche, ma anche per garantire indennità di disoccupazione estese e congedi di indennità di emergenza.
Non sorprende quindi che alle indiscrezioni di un avvicinamento tra le fazioni democratiche e repubblicane, i principali listini azionari Usa sono saliti di più del 5% martedì 24 marzo.
Congress must approve the deal, without all of the nonsense, today. The longer it takes, the harder it will be to start up our economy. Our workers will be hurt!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 24, 2020
Come spiega Sonal Desai, CIO Franklin Templeton Fixed Income, potrebbe prendere forma anche una sorta di “indennità di rendita o mutuo per le piccole e medie imprese colpite e assistenza finanziaria alle imprese del settori più colpiti”. Il disegno di legge attualmente al Congresso aumenterebbe anche la portata delle nuove strutture di prestito della Fed.
Il pacchetto di sostegno fiscale, pari al 10% del Pil degli Stati Uniti, in sinergia con la gamma di misure della Fed, consentirebbe a una buona parte delle imprese e delle famiglie americane di sopravvivere alla tempesta coronavirus.
Helicopter money limitato ma da lanciare al più presto
Secondo Desai il danno all’economia sarà comunque “sostanziale”. Ma una “combinazione di politica fiscale e monetaria consentirebbe alla maggior parte delle imprese di evitare il fallimento e di riassumere / pagare i propri lavoratori al termine dell’emergenza”. È giusto che l’helicopter money sia limitato nel tempo, secondo il manager, ma “bisogna fare presto”.
In una conferenza stampa alla Casa Bianca il 17 marzo, il segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin ha spiegato che gli americani “hanno bisogno di soldi subito. E il presidente vuole dare assegni ora, nelle prossime due settimane”.

In Europa la situazione è più complessa. Dare soldi in maniera equa ai cittadini non è così semplice visto che l’Europa non ha un sistema di welfare unico. Anche a livello di classi sociali, non è possibile fare una distinzione. Avrebbe invece più senso dare soldi a chi ne ha maggiormente bisogno. Come per esempio chi ha perso il lavoro, le compagnie aree oppure le catene alberghiere o di ristorazione.
Nella convinzione che non serva dare soldi ai più benestanti e alle aziende che se la caveranno, Zsolt Darvas, senior fellow presso il think tank europeo Bruegel, suggerisce alla Bce di regalare denaro alle banche commerciali con un’istruzione precisa su come impiegarli. Concedere prestiti alle aziende con una scadenza a 100 anni.
L’importante è fare qualcosa il prima possibile per attutire il colpo. La crisi della domanda, seppur temporanea e non strutturale, sarà particolarmente dannosa. Come ha fatto presente Lagarde, ci troviamo in una situazione senza precedenti che richiede rimedi senza precedenti.
Daniele Chicca
Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno presso la UCL di Londra, è giornalista professionista dal 2007. Partendo da Reuters si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Grazie a competenze SEO e social, ha contribuito a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia (in qualità di responsabile editoriale). È stato inviato da New York per Radio Rai e per varie agenzie stampa, tra cui AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento si occupa della strategia di comunicazione di alcune startup svizzere specializzate in crypto, FinTech, materie prime e mondo del lavoro.

