Nel decennio che si è appena concluso gli indici azionari composti dall’universo dei Paesi emergenti non sono riusciti a seguire il trend rialzista delle principali Borse delle aree sviluppate. Abbiamo chiesto alle più importanti società di gestione del risparmio quali sono secondo loro i motivi alla base della sottoperformance. Gli intervistati evidenziano in primis il rallentamento della più grande economia emergente, la Cina, peso massimo dell’indice, soprattutto verso la fine del decennio. Il mercato azionario statunitense, che ha prevalso sul rendimento dei mercati sviluppati, ha realizzato performance superiori degli utili grazie alle brillanti performance dei titoli tecnologici (forte esposizione ai Faang). Gli Usa hanno sovraperformato anche grazie ai tagli fiscali e a una solida attività di buyback delle società.

Altri motivi, non meno importanti, sono stati l’indebolimento delle materie prime e la solidità del dollaro rispetto alle valute dei Paesi emergenti, che hanno spinto i gestori a sottopesare l’azionario emergente. Nel 2018 e nella prima parte del 2019 le politiche monetarie dei mercati emergenti sono state restrittive. Le economie di questi mercati si sono riprese con maggiore lentezza dalla crisi finanziaria globale mentre i Paesi sviluppati hanno potuto beneficiare degli stimoli monetari delle banche centrali dell’occidente. L’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina ha rappresentato infine un altro vento contrario per l’asset class, portando a un deterioramento della fiducia delle aziende e dei relativi investimenti.

Il 2020 potrebbe rappresentare un punto di svolta per la performance degli emergenti. Le aspettative degli intervistati sono positive su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo a conferma della tendenza di un numero sempre più ampio di gestori che inserisce l’equity emergente tra le asset class favorite per l’anno in corso. Quali sono dunque i motivi dell’ottimismo? Il sostegno delle banche centrali, che si stanno spostando su politiche accomodanti, seguendo l’esempio di Fed e Bce. Il dollaro, che ha iniziato a indebolirsi rispetto alle valute emergenti. Una parziale risoluzione della guerra commerciale tra Usa e Cina. Le valutazioni, che appaiono particolarmente attraenti se confrontate con quelle dei mercati sviluppati e infine le aspettative di crescita degli utili che sono fondamentalmente in ripresa.

L’approccio di investimento nei mercati emergenti, consigliano i player internazionali, dovrà essere selettivo e basato sui fondamentali, attivo e non passivo, al fine di selezionare i titoli nei settori e nei Paesi con le migliori prospettive a seconda del contesto di mercato.

Vediamo in dettaglio i singoli contributi:

Schroders: “View positiva sull’azionario emergente nel 2020, ma con cautela”
Tom Wilson, head of Emerging Markets Equities, Schroders

Robeco: “Equity emergente, i motivi del nostro ottimismo”
Wim-Hein Pals, responsabile del team Emerging Markets di Robeco

Investec Am: “Manteniamo il sovrappeso sulla Cina”
Archie Hart, del team 4Factor di Investec Am e portfolio manager dell’Investec
Emerging Markets Equity Fund

East Capital: “Rendimenti dell’azionario emergente intorno al 10% nel 2020”
François Perrin, head of Asia, ufficio di Hong Kong di East Capital

Eurizon: “Sui paesi emergenti necessario approccio selettivo basato su fondamentali”
Luigi Antonaci, responsabile Equity di Eurizon Capital SA

Fideuram Am Ireland: “La forza del dollaro è il principale rischio per gli asset emergenti”
Giovanni Da Ros, Head of Asia & Emerging Markets Equities di Fideuram Asset Management Ireland

Il gap valutativo tra Paesi Sviluppati ed Emergenti presenta oggi buone opportunità
Luigi Calegari, Team Equity di Pramerica Sgr

Lemanik: “La nostra view rimane positiva sui mercati emergenti asiatici”
Marcel Zimmermann, gestore fondo Asian Opportunities di Lemanik

Neuberger Berman: “Il futuro sarà guidato dalla crescita locale”
Conrad Saldanha, gestore di portafoglio per il team azionario globale e responsabile degli investimenti in azioni dei mercati emergenti di Neuberger Berman

Azioni mercati emergenti, in futuro beneficeranno di numerosi vantaggi
Juliana Hansveden, Portfolio Manager – Global Emerging Markets, Nordea

Big Tree Capital: “Consigliamo di aumentare l’esposizione ai mercati emergenti”
Kevin Carter, Ceo di Big Tree Capital

Pictet: “Prospettive di crescita solide in un’ottica di medio-lungo periodo”
John Moorhead, gestore del fondo Pictet – Emerging Markets – R EUR

Kairos: “Le nostre aspettative sull’equity emergente sono costruttive”
Moreno Tatangelo, Senior portfolio manager presso Kairos Investment Management Ltd – Londra, società del Gruppo Kairos

Comgest: “Dopo un decennio di sottoperformance tornano alla ribalta gli emergenti”
Nicholas Morse, analista e portfolio manager del fondo Comgest Growth Emerging Markets

Le economie emergenti diventeranno il principale motore della crescita globale
Colin Dishington, co-manager della strategia Global Emerging Markets di Martin Currie (affiliata Legg Mason)

Ubp: “Il 2020 è il punto di svolta della performance degli emergenti”
Mathieu Nègre, head of Emerging Equities di Union Bancaire Privée (Ubp)

Merian GI: “Mercati emergenti, fondamentale l’approccio attivo”
Oliver Lee, Investment director, Global Emerging Market Equities, Merian Global Investors

Aberdeen SI: “Ottimisti ma cauti sui mercati emergenti”
Devan Kaloo,  head of global emerging markets di Aberdeen Standard Investments

Ssga: “Come ottenere valore dall’azionario emergente”
Jeremy de Pessemier, Senior Investment strategist, Investment Solutions Group, State Street Global Advisors


Unknown's avatar
Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.