Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, le principali banche centrali hanno allontanato lo spettro della deflazione senza raggiungere, tuttavia, l’obbiettivo prefissato del 2%. Di recente, nei Paesi industrializzati l’inflazione sembra dare qualche segnale di risveglio. Abbiamo chiesto alle principali società di gestione del risparmio se lo scenario attuale possa favorire una ripresa dei prezzi al consumo.
Secondo la maggior parte dei gestori alcuni fattori, come la globalizzazione, le nuove tecnologie, i servizi e prodotti low cost e la mancanza di investimenti manterranno in generale l’inflazione bassa. Secondo altri, le previsioni sono di un lento aumento dell’inflazione sia nell’Eurozona (inflazione di base) sia negli Stati Uniti, dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto il minimo storico e la crescita dei salari sta accelerando. L’epidemia del Coronavirus sta complicando le prospettive di inflazione. Nel breve termine, difatti, il calo dei prezzi delle materie prime sarà un freno per l’indice Cpi headline, ma se dovessimo assistere all’interruzione delle forniture per un periodo di tempo sostenuto, i prezzi di alcuni prodotti cinesi potrebbero salire.
Nell’ipotesi di un’accelerazione dell’inflazione, i gestori intervistati vedono positivamente i Tips Usa a breve scadenza (da 1 a 3 anni) mentre nell’Eurozona la preferenza va ai titoli italiani indicizzati all’inflazione, oltre a quelli francesi, con scadenze entro i cinque anni. Al di là delle obbligazioni legate all’inflazione, gli investitori del mercato obbligazionario potrebbero cercare di proteggersi dall’aumento dell’inflazione attraverso una duration breve o sottopesata. Infine, per tutelarsi da un ritorno dell’inflazione, gli asset manager punterebbero su asset reali come materie prime energetiche, oro e immobiliare poiché preservano il proprio valore dal rischio inflazione.
Vediamo in dettaglio i singoli contributi:
La Française Am: “Nell’Eurozona bene i titoli italiani indicizzati all’inflazione”
Yohanne Levy, gestore di La Française Am
Amundi: “Le valutazioni delle obbligazioni indicizzate all’inflazione sono attraenti”
Isabelle Vic-Philippe, head of Euro Aggregate di Amundi
Pramerica: “Bene i titoli inflation linked emessi da Italia, Francia e Usa”
Ian Jenkins, Team Government Bond & Currencies di Pramerica Sgr
Syz Am: “Improbabile un aumento dei prezzi al consumo nel prossimo futuro”
Adrien Pichoud, portfolio manager and chief economist Syz am
Spdr Etfs: “Ci concentriamo sul mercato statunitense”
Antoine Lesné, responsabile Strategia e Ricerca di Spdr Etfs
Dpam: “Prevediamo riduzione pressione su tassi e aumento aspettative di inflazione”
Peter De Coensel, Cio Fixed Income di Dpam
Western Asset: “Nel breve termine siamo positivi sui titoli di Stato inflation linked”
L’intervento di Richard Booth, Western Asset (affiliata Legg Mason)
AllianceBernstein: “Ancora valore nei Tips”
L’intervento di Flavio Carpenzano, senior investment strategist fixed income AllianceBernstein
Inflazione, una possibile dinamica rialzista non è da escludere
Luca Tobagi, Cfa – Invesco
Dws: “L’inflazione aumenterà lentamente nell’area euro e negli Usa”
Ulrike Kastens, economist Europe Dws
I fattori che fanno pressione rialzista su inflazione sono di natura temporanea
Peter Butler, Senior Fixed Income portfolio manager Fideuram Asset Management Ireland
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

