L’aumento dei prezzi, il rialzo dei tassi di interesse a livello globale e la sicurezza energetica, sono tutti fattori che stanno esercitando un impatto molto forte sui mercati sviluppati (MS) rispetto a quelli emergenti (ME).
Abbiamo chiesto alle principali società di gestione del risparmio se le attese di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dalla policy di aumento dei tassi globali.
La politica restrittiva della Fed sta cercando di impedire all’inflazione di diventare strutturale, in particolare per i salari. In generale, per molti paesi emergenti l’anticipazione del ciclo di restringimento della Fed è avvenuto con ampio anticipo, avendo imparato la lezione del “taper tantrum” del 2013.
Le banche centrali dei paesi emergenti hanno gestito l’inflazione in modo proattivo, intervenendo tempestivamente nel ciclo dei tassi e le politiche macro sono state prudenti.
Il debito pubblico della maggior parte dei Paesi emergenti è stato tenuto sotto controllo e alcuni di loro hanno accumulato buone riserve in valuta estera contro il rafforzamento del dollaro americano.
Questi fattori sono stati fondamentali ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi.
Le prospettive dei ME sono moderatamente positive, a causa della volatilità che li caratterizza nel contesto attuale, ma comunque promettenti. Gli effetti saranno buoni con la riduzione dei rischi geopolitici, che ora sono concentrati sul rapporto Eu e USA verso la Cina (sanzioni e Chip Act) e verso la Russia (sanzioni per l’invasione in Ucraina).
Le tensioni geopolitiche che stanno colpendo principalmente i Paesi Emergenti sono il conflitto Russia-Ucraina, che ha generato correzioni ai paesi dell’Est Europa che confinano con la Russia, quali Ungheria e Polonia.
Le aziende di questi paesi, ad esclusione di quelle legate al gas, stanno comunque continuando a mostrare risultati molto interessanti.
Inoltre, ci sono le tensioni fra Cina e Taiwan. Eppure, alcune ottime aziende continuano a mantenere valutazioni a sconto rispetto ai competitor.
La Cina, dopo un 2022 deludente per la politica zero tolleranza (0 Covid) e la crisi immobiliare, dovrebbe accelerare nel 2023. Anche l’India presenta buone dinamiche di crescita e un mercato azionario ben sostenuto dagli investitori domestici.
Paesi come Cile, Vietnam e Brasile, che possiedono importanti depositi minerari, potrebbero essere avvantaggiati da una domanda sempre più consistente. L’America Latina, in particolare, è composta da esportatori netti di commodity, sia minerarie sia agricole. Un’area sicuramente da privilegiare considerata la distanza dal centro del conflitto russo-ucraino e l’indipendenza energetica.
In conclusione, la maggior parte dei ME è relativamente ben posizionata per affrontare le numerose “challenge” future, grazie a fondamentali piuttosto solidi e fattori tecnici favorevoli.
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Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

