La rotazione settoriale sta caratterizzando il mercato azionario statunitense da qualche mese. Abbiamo chiesto alle principali società di gestione del risparmio se questo trend potrebbe proseguire nel corso dei prossimi mesi.
Grazie ai primi segnali di efficacia dei vaccini contro il Coronavirus abbiamo assistito a un’iniziale rotazione di mercato a favore dei titoli “value”. Le prospettive di una ripresa dell’economia, unitamente ai piani di stimolo fiscale, hanno favorito un rinnovato interesse per i titoli della “old economy”, favorendo la rotazione.
I titoli growth, invece, hanno sofferto maggiormente perché sono più sensibili ai movimenti dei tassi. Inoltre la salita dei rendimenti li ha penalizzati.
E’ opinione comune che la rotazione proseguirà dato che i mercati iniziano a prezzare una Fed più aggressiva. E che la forte ripresa della crescita economica e l’accelerazione del mercato del lavoro americano favoriranno i titoli ciclici e value nel prossimo futuro.
Generalmente le prospettive del mercato azionario statunitense rimangono prudentemente ottimistiche. Le rotazioni, avvertono i gestori, non sono principalmente indicative di un mercato che si avvicina alla fine del suo rialzo. E’ difatti sbagliato credere che l’inizio di una rotazione significhi la fine di un mercato toro.
Dunque quali potrebbero essere i fattori negativi in grado di provocare una seria battuta d’arresto a Wall Street?
L’accelerazione dell’inflazione è il rischio maggiore che gli operatori vedono oggi sul mercato. A pesare sulla performance dei mercati sarebbe sicuramente una Fed troppo aggressiva, veloce nel ridurre lo stimolo monetario, scatenando potenzialmente prese di profitto nei segmenti di mercato caratterizzati da valutazioni estreme.
Un cambio di linea di politica monetaria è un momento delicato per i mercati finanziari. Pertanto un errore di comunicazione rappresenta un’altra minaccia importante, così come dati deludenti del mercato del lavoro.
Gli eventuali futuri annunci futuri sul “tapering” e sui tassi di interesse non saranno secondo i gestori particolarmente aggressivi. Se il processo sarà graduale, come annunciato dalla banca centrale stessa, il mercato azionario non ne risentirà.
Rimarrà cruciale nella seconda metà dell’anno trovare il giusto equilibrio tra lo sviluppo dell’economia e gli aggiustamenti della politica monetaria.
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Redazione
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